lunedì 5 marzo 2007

L'altra Acapulco

Acapulco è famosa per diversi motivi. Qui Gabriel Garcia Marquez ha trovato l'ispirazione per il suo Cent'anni di solitudine, qui sia John Fitzgerald Kennedy che Brigitte Bardot hanno passato la luna di miele. Qui, dallo scoglio della quebrada, si tuffavano e si tuffano per pochi dollari i tuffatori spericolati. Ora un flusso ininterrotto di turisti affolla le spiegge di Acapulco, che, nonostante i problemi d'inquinamento, conservano il loro fascino.
Ma è possibile scoprire anche un'altra Acapulco, meno nota e forse più originale, più autentica.
Basta svoltare a destra prima di arrivare in città e risalire un po' il lungomare, arrivare a Pie de la Cuesta, a un lungo braccio di sabbia e di palme che si estende per vari chilometri. Da lì è possibile immergersi nella solitudine di una natura sana, in compagnia di messicani veri, di quelli che ti offrono anche una "cerveza" al bancone, e non ti dicono "amigo" solo per sfilarti un dollaro dalle tasche o per rifilarti della merce scadente.
Gli alberghi in questo litorale sono a volte delle capanne di cemento dipinte di bianco, i bar e i ristoranti sono delle verande fatte di tronchi e di paglia. Le piscine in realtà tinozze poco spaziose.

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