martedì 22 aprile 2008

I piatti tipici della cucina di Barbados

La cucina di Barbados è l'incontro tra le risorse naturali presenti al suo interno, come il pesce o la canna da zucchero, e l'influenza esterna degli stili culinari dei popoli che hanno nel corso dei secoli occupato l'isola. Sicuramente il pesce è l'ingrediente principale dei piatti tipici di Barbados. I pescatori locali ogni giorno portano ad abitanti del posto e turisti una grande varietà di pesci, tra cui spicca il mahi mahi. I locali apprezzano molto i cosidetti cutters, che sono dei sandwiches di pesce, serviti spesso insieme al coucou, un piatto di cereali conditi con un misto piccante di pomodori, cipolle e peperoncino. Un altro piatto tipico di Barbados è il Bajan pepper-pot, uno stufato di manzo cotto in salsa piccante. Come si può vedere, oltre al pesce, altro padrone della cucina di Barbados è il peperoncino. Oltre al salato, vi sono anche dei dolci tipici di quest'isola, molto in voga tra la gente locale. Uno di questi è costituito dai conkies, specialità che si ottengono mescolando cereali, cocco, zucca, uva passa, patate dolci e spezie, tutti cotti a vapore all'interno di una buccia di banana. Per passare poi alle bevande, una delle più bevute si chiama falernum, che è un liquore a base di rum, con zucchero, cedro e essenza di mandorla. Una bevanda alternativa e non alcolica è il Mauby, fatto con una corteccia locale trattata e bollita.

martedì 15 aprile 2008

Il Sundarbans National Park, dove vive la tigre del Bengala

Al confine tra il Bangladesh e l'India si trova la più grande foresta di mangrovie al mondo, che si estende per circa 6.000 km quadrati, di cui circa 2.000 sono coperti dall'acqua di fiumi e canali, e i restanti 4.000 sono costituiti da terreni asciutti. Di tutta questa superficie il 62% circa si trova in Bangladesh, il 38% in India. La parte che si trova in Bangladesh si chiama Sundarbans National Park, che costituisce uno dei più ricchi e complicati ecosistemi del mondo, oltre ad essere un'importante protezione naturale contro i cicloni che affliggono il paese. Questo parco è la sede della famosa tigre del Bengala, presente nel parco in circa 400 esemplari. Queste tigri sono famose in quanto sono le uniche esistenti che mangiano gli uomini. Le vittime umane delle tigri del Bengala si stimano intorno alle 50 all'anno. Le loro dimensioni sono tali da incutere paura a chiunque le avvicini. Esse infatti possono arrivare fino ai 2 metri di altezza e fino ai 300 kg di peso. Ma la ricchezza e la particolarità della fauna di questo parco non si esauriscono nelle tigri del Bengala, in quanto esso ospita anche numerose specie di uccelli, cervidi, coccodrilli e serpenti. Si calcola infatti che nel Sundarbans National Park vivano più di 120 specie di pesci, circa 50 specie di rettili e 8 specie di anfibi. Nei suoi cieli volano più di 260 specie di uccelli. Altri animali particolarmente caratteristici di questa regione del mondo sono il delfino del Gange (platanista gangeticus), che si può trovare nei fiumi del parco, e il coccodrillo d'acqua salata (crocodylus parasus), presente con meno di 200 esemplari. In questo parco vivono anche delle famiglie nomadi di pescatori, che vivono sulle barche e si trovano soprattutto nella regione di Chandpai e su Doublar Chat Island. Oltre alla pesca i pochi abitanti del parco, per soli 2 mesi all'anno, raccolgono il miele. Visitare il Sundarbans National Park non è facile, anche per il timore che le guide locali hanno nell'inoltrarsi al suo interno. L'unico mezzo di trasporto per visitarlo è la barca, dopo di che ci si deve muovere fondamentalmente a piedi. Non ci sono né strade né sentieri tracciati. Come punti di partenza per tentare di avvistare le tigri e gli altri animali tipici di questo affascinante ecosistema, sono da segnalare Hiron Point (Nilkamal) e Tin Kona Island. Per chi volesse approfondire la sua conoscenza sul Sundarbans National Park, qui è possibile raccogliere ulteriori informazioni, queste sono alcune immagini del parco, mentre questo è un breve video sui pescatori che vivono nel parco.

martedì 8 aprile 2008

Qal'at al-Bahrain, il forte costruito dai Portoghesi ma già abitato dai Dilmun 5.000 anni fa

In Bahrain non ci sono solo petrolio e formula 1. Anche questo piccolo arcipelago del Golfo Persico ha una storia e ha dei siti in cui si può incontrare parte di questa storia. Uno di questi è Qal'at al-Bahrain, un forte che è situato a pochi km dal centro della capitale del Bahrain Manama e che fu costruito nel 14° secolo dai Portoghesi, che nel XIV secolo invasero il Bahrain per controllare meglio da lì le proprie rotte commerciali tra India, Africa e Europa. Esso costituiva la loro base militare per tutte le operazioni di controllo e di conquista da svolgere nella penisola, con robuste mura di cinta e con alte torri di pietra. Ancora oggi questa fortezza è ricordata anche come il Forte dei Portoghesi. Ma recentemente, nel 2005, esso è stato definito anche punto di incontro dalle culture, uscendo cosi dall'univoco riferimento ad una potenza coloniale e diventando patrimonio di tutta l'umanità. Questo rende giustizia a un posto che, ancora prima di essere colonizzato dai Portoghesi, era stato il centro di una delle più importanti civiltà di questa regione del mondo, quella dei Dilmun. Nel forte infatti si possono riscontrare le tracce di piccoli insediamenti che risalgono addirittura a circa 5.000 anni fa. Il Bahrain da qualche anno sta puntando su questo posto come uno dei luoghi più importanti per favorire e far crescere il turismo nel Paese, e i parcheggi e i percorsi costruiti lì vicino stanno a dimostrare proprio questo. Foto di Qal'at al-Bahrain si possono trovare al Bahrain National Museum nella baia di Manama, la capitale del Bahrain. Ma intanto, per conoscerlo meglio, è possibile vedere queste immagini.

venerdì 4 aprile 2008

La Udzungwa Scarp Forest Reserve della Tanzania, un inno alla biodiversità

Nella regione meridionale della Tanzania, laddove si ergono le montagne Udzungwa, le cui cime più alte raggiungono un'altezza superiore ai 2.500 metri, si trova una riserva naturale che è un inno alla biodiversità. Si chiama Udzungwa Scarp Forest Reserve e copre un'area di circa 200 km quadrati, tra un'altezza di 400 metri a una che arriva quasi a 2.000 metri. La riserva ospita una grande quantità di specie, sia animali che vegetali, molte delle quali sono endemiche. In quest'area si trovano infatti 33 specie di rettili e 36 specie di anfibi, di cui, rispettivamente, più del 20% e più del 50% sono locali e originarie dell'ecosistema delle montagne Udzungwa e del gruppo montuoso dell'Eastern Arc. Tra i vegetali sono state trovate 489 specie diverse di piante appartenenti a 107 famiglie diverse, di cui circa il 37% è costituito da alberi, il 27% circa da arbusti e il rimanente da liane e erbe di vario genere. Alcune di queste piante vengono utilizzate dagli abitanti del posto per fare medicine tradizionali. Il territorio della Udzungwa Scarp Forest Reserve è circondato da foreste di vario genere, da quelle tropicali a quelle montane. Per incominciare a conoscere meglio questa riserva naturale della Tanzania, qui è possibile vedere alcune immagini che mostrano alcuni aspetti della sua vegetazione e alcune delle specie che abitano al suo interno.