sabato 24 novembre 2007

A Lambayeque un tempio di 4000 anni fa

Nella valle di Lambayeque, non lontano dall'importante Museo delle tombe reali di Sipan, sorgono le rovine di un tempio venute alla luce solo di recente. Secondo gli archeologi che hanno condotto gli scavi, questo tempio risalirebbe a circa 4.000 anni fa e rappresenterebbe uno degli edifici più antichi ritrovati nelle Americhe. Esso si stende su di un'area di alcune centinaia di metri quadri e risulta costruito di mattoni di fango ricavati dal letto di un vicino torrente. Questo particolare è stato interpretato come il segno che l'area dove sorge questo tempio abbia ospitato in passato una civiltà molto avanzata rispetto al resto delle popolazioni lì stanziate nello stesso periodo. Questa civiltà fiorita si sarebbe sviluppata pressochè in contemporanea alle grandi culture del vicino oriente, e sarebbe artefice di alcuni tra i primi esempi conosciuti di architettura monumentale sul continente americano. Il tempio è ricoperto da pitture murali e sorprende che uno degli affreschi raffiguri una scena di caccia al cervo per mezzo di reti, soggetto estremamente insolito nell'arte precolombiana. L'edificio include anche una scala che conduce a un altare usato per il culto del fuoco, in un sito chiamato dagli scienziati Ventarron. Uno degli aspetti più sorprendenti di questo tempio, oltre alla ricchezza delle decorazioni parietali, è lo stato di conservazione sia delle mura che degli affreschi, che costituiscono un altro elemento importante che spinge gli archeologi a ipotizzare che la regione di Lambayeque è stata un crocevia di scambi culturali fra la costa del Pacifico e il resto del Perù.

sabato 17 novembre 2007

Gli Uiguri, l'etnia islamica della Cina che considera uguali uomo e donna

Gli Uiguri sono una delle due etnie di religione islamica della Cina, composta da circa 8 milioni di individui. La parte più cospicua di questo gruppo etnico vive nella regione dello Xinjiang, nel territorio nord-orientale della Cina, mentre un altro gruppo vive nella contea di Taoyuan, nella provincia di Hunan, nella Cina centro-meridionale. Gli Uiguri sono turcofoni e il loro nome, che significa alleati, uniti, venne originariamente attribuito a una tribù di lingua turca, i Tie-le, che viveva nell'odierna Mongolia. Il personaggio storico che più li esprime e li unisce è Memhood Kashgari, illustre linguista del XI secolo. Pur vivendo in Cina, gli Uiguri professano un Islam che si avvicina molto a quello del resto del mondo, senza cioé quelle infiltrazioni di origine cinese che danno molta attenzione ad aspetti come la meditazione personale e la venerazione dei santi. Ma un carattere specifico dell'Islam degli Uiguri è la loro concezione delle donne, considerata uguale agli uomini, anche se ad esse spettano nella società ruoli differenti rispetto a quelli riservati agli uomini. Essi cercano di preservare il più possibile la loro identità etnica e religiosa, e per questo usano vivere abbastanza distaccati dal resto della popolazione cinese che abitano vicino a loro. Essi, più che l´autodeterminazione, considerata da molti un´irrealizzabile chimera, auspicano semplicemente un maggior rispetto per i loro diritti più elementari. Purtroppo invece, il governo cinese continua a portare avanti un programma piuttosto repressivo che tende a scoraggiare e a sopprimere l'identità etnica e lo spirito separatista. Questo anche perché la provincia dello Xinjiang, a causa dei giacimenti petroliferi in essa presenti e dell'espandersi delle rotte commerciali verso occidente, sta giocando un ruolo sempre più importante nel futuro economico della Cina. Molti Uiguri in esilio denunciano la sistematica violazione dei diritti umani da parte delle autorità cinesi che reprimono ogni forma di espressione culturale del popolo uiguro. Qui è possibile vedere alcune immagini degli Uiguri.

sabato 10 novembre 2007

Serra Riccò, buona cucina e storia tra le dolci colline della Val Polcevere

Serra Riccò è il comune più popoloso dell'alta Val Polcevera, con i suoi 8.000 abitanti circa, e, con la sua fisionomia che rispecchia la tipologia degli antichi insediamenti liguri, è situato lungo le sponde del torrente Secca, in un paesaggio ricco di chiese, ville e strade millenarie. Questa è la zona di produzione della Gianchetta di S. Cipriano, un vino bianco molto conosciuto in provincia di Genova e non solo, degli ortaggi dell'Alta Val Polcevera, e di altre primizie, come le fave, da mangiare con il salame di Orero, le fragole e le pesche. Uno dei più importanti reperti storici da visitare a Serra Riccò è la Tavola bronzea di Polcevera, un documento del 117 a.C. che riporta la sentenza di 2 consoli romani, i fratelli Minucii, mandati da Roma in qualità di alleati dei Genuates per risolvere un contenzioso tra quella popolazione e quella dei Veiturii Langenses riguardo il territorio di comune sfruttamento. La Tavola fu trovata nel 1506 nel greto alla confluenza del rio Pernecco nel torrente Secca, e per molti anni fu affissa ad una parete della cattedrale di San Lorenzo a Genova e definita Bibbia dei genovesi. Oggi una copia è ospitata nel palazzo della casa comunale. Intorno a Serra Riccò si susseguono dolci colline, tra cui quella centrale del Monte Pizzo, alto 620 metri, e quelle del gruppo del Monte Sella di Sant'Olcese, che sono le più alte di questa zona, con circa 700-750 metri di altezza. Se si visita Serra Riccò intorno a ferragosto, non si può perdere la festa dedicata a San Rocco, che si tiene nella frazione di Pedemonte il 15 e 16 agosto. Durante questa festa c'è una famosa processione alla quale partecipano varie confraternite provenienti da diversi paesi della provincia, e che ricorda il voto, fatto dai cittadini di questa località a San Rocco, di non ballare per la protezione ricevuta dall' epidemia di influenza spagnola nel 1917. Alla sera si può ammirare un grande spettacolo pirotecnico, che attira spettatori da tutta la zona del genovese. Per avere ulteriori informazioni su Serra Riccò, è possibile andare sul sito del comune.