lunedì 28 marzo 2011

Le Beanka Forests, la casa di specie animali ancora sconosciute al mondo esterno

Si chiamano Beanka Forests, si trovano in Madagascar, e sono delle foreste molto secche con un raro paesaggio naturale costituito da un alternarsi curioso di alberi giganteschi con bizzarre formazioni calcaree che assomigliano a delle guglie, che i locali chiamano "tsingy". Queste foreste purtroppo sono solo l'ultima, residuale parte di foreste ben più ampie, che però ormai sono andate quasi tutte perdute; secondo alcuni dati del WWF, quello che resta delle Beanka Forests è solo il 3% di quello che c'era originariamente. Ciò che rende ancora più triste questo fatto è che questi luoghi sono la casa di molte specie animali, soprattutto uccelli, che i locali conoscono ovviamente da tempo, ma che gli scienziati e gli studiosi solo recentemente sembrano scoprire, e quindi di fatto, agli occhi della scienza e del mondo intero, queste si rivelano come delle nuove specie animali, di cui prima si ignorava l'esistenza. Questo fatto è un ulteriore prova della preziosità delle Beanka Forests come culla di una biodiversità ricchissima, ancora da esplorare. Recentemente è stata individuata una specie di uccello, ora chiamata Mentocrex beankaensis, che gli studi congiunti del Chicago's The Field Museum con la University of Antananarivo in Madagascar hanno dimostrato trattarsi di una nuova specie non ancora classificata; a questo risultato si è giunti grazie a uno studio delle conformazioni fisiche dell'uccello, del suo piumaggio e del suo DNA. Il Mentocrex beankaensis sembra solo una delle nuove specie che sono state scoperte in seguito ad alcune ricerche condotte dal 2009, e che sono in attesa di una loro definizione scientifica. Per questo diventa ancora più urgente conservare quel che rimane delle Beanka Forests, che ora sono in mano al BCM, Biodiversity Conservation Madagascar, un centro che deve lottare contro le minacce del disboscamento e della caccia illegale, e che vuole farlo insieme alla popolazione locale, che più di tutti è consapevole dell'importanza di salvaguardare queste foreste. Qui e qui si possono trovare, in inglese, ulteriori informazioni sulla nuova specie di uccello Mentocrex beankaensis e sulle Beanka Forests.

lunedì 21 marzo 2011

I nomadi della Siria, i Beduini e gli Shawaya

Nelle regioni più interne della Siria vivono delle comunità di nomadi che si possono dividere in due macro-gruppi principali: uno è quello degli Shawaya, l'altro è quello dei Bedu, i Beduini. Gli Shawaya vivono principalmente vicino ai grandi fiumi che scorrono in Siria, come l'Eufrate, il Tigri, il Khabour e l'Oronte, e discendono dai contadini e dai pastori che hanno vissuto per secoli queste regioni. I Beduini invece vivono viaggiando nei deserti che attraversano Siria, Giordania e penisola arabica. Ed è proprio da questa penisola che pare essi, essenzialmente pastori di cammelli, siano arrivati circa 400 anni fa, e ancora oggi i capi delle tribù nomadi di Beduini mantengono forti legami con l'Arabia Saudita, da cui anche pare che ricevano ogni anno dei finanziamenti che vanno sotto il nome di sharha. I Beduini conciliano appartenenza allo stato siriano con un proprio sistema di leggi, cui spesso essi ricorrono per risolvere i casi di conflitto tra membri della tribù; a queste leggi, applicate da un giudice membro della comunità, spesso una persona anziana e rispettata, sono soggetti anche i capi-tribù. Per tutti i nomadi della Siria non è facile perpetrare oggi il loro stile di vita, basato su valori quali l'indipendenza, la generosità e l'onore; crisi economica e siccità spingono molti di loro a spostarsi nelle grandi città della Siria o del Golfo Arabico, con il rischio molto concreto di tagliare i legami con le loro radici e di perdere il loro stile di vita nomade e libero. Questo, nonostante gli sforzi del governo siriano, che ha adottato misure concrete per aiutare questi nomadi a rimanere nel deserto a condurre la loro vita di sempre, per esempio dando loro dei sussidi e fornendo loro delle scuole mobili, per permettere cosi ai loro bambini di frequentare la scuola anche durante i periodi di migrazione in cui le tribù si spostano in cerca di terre da pascolo. Da questa pagina, quasi tutta in inglese, è possibile partire per approfondire la propria conoscenza dei nomadi di Siria.

lunedì 14 marzo 2011

Zotter, il cioccolato fair trade che esalta differenze e creatività

Si chiama Zotter Schokoladen Manufaktur ed è una fabbrica di cioccolato, ma un po' particolare. Il cacao grezzo che arriva in questa fabbrica, arriva da produttori di vari paesi, come Panama, Costa Rica, Nicaragua, Peru, Bolivia, Ecuador, Brasile e Repubblica Dominicana, che sono tutti certificati come produttori biologici e fair trade; nello stabilimento di Zotter si seguono tutte le fasi del processo che porta dai chicchi di cacao grezzo alle barre di cioccolato; la lavorazione del cacao proveniente dai vari paesi è diversa, e questo permette al prodotto finale, il cioccolato, di conservare le differenze di sapore contenute nei diversi tipi di cacao che vengono dai diversi paesi; alla Zotter Schokoladen Manufaktur vengono prodotti cioccolati in cui, al gusto classico del cacao, vengono aggiunti anche aromi particolari, come quello di fragola, banana, e tanti altri ancora, che si possono scoprire nel negozio online della fabbrica; nella fabbrica di cioccolato Zotter infine c'è un designer Andreas H. Gratze, che con la varietà delle sue creazioni artistiche e le sue forme di packaging innovative, rispecchia la varietà dei sapori e degli ingredienti contenuti nelle creazioni di cioccolato Zotter. Chi ha fondato questa curiosa fabbrica di cioccolato che risiede a Bergl, in Austria, vicino a Riegelsburg? Un personaggio che si chiama Josef Zotter, che si può vedere qui in una foto un po' particolare. Per chi volesse conoscere meglio la Zotter Schokoladen Manufaktur, e magari assaggiare qualcuno dei suoi cioccolati, questo è il suo sito, anche se forse la cosa migliore è andare di persona a visitare questa realtà, anche perché, oltre a poter degustare in loco il cioccolato lì prodotto, è anche possibile fare delle visite guidate che sono dei veri e propri viaggi nel mondo del cioccolato, dal Cocoa Cinema, con film sui produttori di cacao nell'America Latina, al Chocolate Factory, per vedere più da vicino come nasce il cioccolato.

lunedì 7 marzo 2011

Un racconto fotografico dalla Mongolia sud-orientale

Questo post è stato gentilmente offerto da Massimo e Elena, che raccontano con le loro foto alcuni momenti del loro viaggio in Mongolia sud-orientale. Cliccando sui link si potranno vedere le foto relative.
"Fermarsi in mezzo alla steppa mongola è stata un'avventura affascinante. Dai prati emergeva qualche gher (la tipica tenda dei nomadi), e qualche bambino curioso è venuto verso di noi per scrutarci da vicino e ci ha sorriso con una spontaneità disarmante. Un'anziana donna si è avvicinata con una teiera fumante di thè con latte di yak, e con la sua gentilezza spontanea e disinteressata: ce la ricorderemo sempre con il suo abito blu brillante stretto da una fusciacca arancione. Così come ricorderemo il mandriano, apparentemente chiuso e un pò spinoso, dopo aver cavalcato con noi per ore nel verde delle prateria affianco al fiume Kerlen a Gun Galuut, ha infine sprigionato un grande sorriso, invitandoci a casa sua per condividere biscotti e yogurt. Fumando silenzioso una sigaretta, un raggio di luce è entrato nella gher illuminandolo nel viso e nei nostri ricordi. Sarà la magia di quegli orizzonti sconfinati, la purezza dell'aria, l'immenso silenzio rotto dall'urlo dei bambini che cavalcano al galoppo, e forse anche qualcos altro: la sacralità della vita del popolo nomade ci ha affascinato, riportandoci a una purezza di riti dimenticata... Quanto sarebbe importante, ad ogni alba e ogni tramonto, ringraziare il Dio Tengri, per quello di buono che ci ha donato ogni giorno!"
Per chi fosse interessato a vedere le altre foto del viaggio di Elena e Massimo, qui è possibile vedere l'intero album fotografico, mentre qui è possibile trovare il loro libro con tutte le foto e i commenti sul viaggio.