lunedì 23 giugno 2008

Nel villaggio di Besalì una scuola elementare in mezzo alla foresta

La si potrebbe chiamare la "scuola della foresta". E' infatti nel bel mezzo della foresta equatoriale della parte occidentale del Camerun, nel villaggio di Besalì, della provincia di Fontem, che sorge una scuola elementare costruita su volontà del re del villagio, chiamato fon, con l'aiuto del Movimento dei Focolari e dell'Unicoop di Firenze. Besalì è un villaggio che si trova nel territorio della tribù mundani, confinante con quella dei bangwa, e si riesce a raggiungere solo percorrendo una sessantina di chilometri in mezzo alla foresta, e durante la stagione delle piogge ci vuole poco perché il villaggio rimanga isolato e pressoché irraggiungibile. E' uno dei meandri di Camerun rimasti più intatti rispetto allo sviluppo delle zone circostanti, e ancora molto legato alle proprie tradizioni e alle proprie radici. Qui la popolazione deve lottare quotidianamente per la propria sopravvivenza, e la sua principale fonte di ricchezza è la lavorazione dell'olio di palma. La gente vive in condizioni igieniche e sanitarie spesso drammatiche. Proprio per aiutare i bambini che vivono in questo pezzo di Camerun, è stata costruita la scuola elementare, che svolge una funzione educativa primariamente nei confronti dei bambini, ma indirettamente, anche nei confronti degli adulti. Attualmente la scuola ospita circa 80 bambini che frequentano le classi che vanno dalla prima alla quarta, mentre un corso completo di scuola elementare di solito prevede 6 anni. Accanto alla scuola è stato costruito anche un dispensario medico. In programma anche un corso di educazione alimentare per 4 persone e l'offerta di 4 borse di studio, che permetteranno ad altrettanti studenti di completare le scuole secondarie. Qui a Besalì l'aiuto parte dai bambini. Per chi fosse interessato, qui è possibile raccogliere ulteriori informazioni sul progetto di Besalì.

lunedì 16 giugno 2008

In Burundi, a Rutovu, si trova la fonte più meridionale del Nilo

Cosa c'entra il Nilo con il Burundi, paese situato nelle ragione dei grandi laghi, nella fascia centrale del continente africano, a migliaia di chilometri dall'Egitto? C'entra, perché è proprio in Burundi che si trova la sorgente più meridionale del Nilo. Più precisamente per vedere il punto dove sgorgano le prime acque che poi, insieme ad altre, vanno a formare il grande corso del Nilo, bisogna andare nel villaggio di Rutovu, nella provincia di Bururi. Da qui si erge il monte Gikizi, dove, a un'altezza di 2.145 metri sulla cima Congo Nilo, è stata costruita una piccola piramide per segnalare il punto preciso della prima sorgente del Nilo. E' infatti al di sotto di quella montagna che esce il corso d'acqua più meridionale che dà origine al grande fiume africano. Questa sorgente di Rutovu fu scoperta solo nel 1934 dall'esploratore tedesco Burckhard Waldecker. Il rivolo di acqua che esce dal monte Gikizi prosegue poi il suo corso, ingrossandosi progressivamente e assumendo, prima di diventare il grande Nilo, diversi nomi: Kasenyi, Kasumo, Kigira, Ruvyironza, Ruvubu, Kagera, lago Vittoria, Victoria Nilo, lago Kyoga, lago Albert. Qui è possibile vedere alcune immagini del luogo dove sorge la piramide commemorativa della sorgente del Nilo di Rutovu.

venerdì 13 giugno 2008

I Gourmatché, etnia minoritaria del Burkina Faso

Il Burkina Faso si chiama cosi solo dal 1984, quando l'allora presidente Thomas Sankara, a 24 anni di distanza dalla conquista dell'indipendenza, decise di cambiare il nome del paese da Alto Volta a Burkina Faso, che, nella lingua dell'etnia principale di questo paese, quella dei Mossi, significa "terra degli uomini onesti". Il popolo degli uomini onesti, i Burkinabè appunto, è costituito da ben 60 gruppi etnici. Tra questi, vi sono i Gourmatché, che costituiscono circa il 5% degli oltre 13 milioni di abitanti del Burkina Faso. Essi vivono prevalentemente nella parte orientale del Paese, e più precisamente nelle province di Gnagna, Gourma, Komandjoari, Kompienga e Tapoa. Pare che una certa presenza dei Gourmatché vi sia anche nelle regioni settentrionali di Togo e Benin, due paesi confinanti con la regione orientale del Burkina Faso. La tradizione orale della cultura di questa etnia suggerisce che questo popolo sia venuto probabilmente dal Ciad. Uno dei tratti più carattestistici dei Gourmatché è la loro pratica della geomanzia, che letteralmente significa "divinazione attraverso la terra", e che consiste nello studio della terra per predire il futuro. I Gourmatché infatti sono animisti che basano la loro arte divinatoria nell'interpretazione di segni tracciati sulla sabbia. La sabbia per loro è quindi uno strumento per studiare la divinità e il loro destino.

martedì 10 giugno 2008

Il Monastero di Rila, il più grande della Bulgaria

Il monastero di Rila è il più grande dei monasteri che si trovano in Bulgaria. Si trova a circa 120 km da Sofia, a 1.147 metri di altezza, a ridosso del Monte Rila. Il monastero sorge nell'area che era stata scelta nel X secolo d.C. da Ivan Rilski (Giovanni da Rila) come luogo per il proprio eremitaggio. Egli usava stare in una caverna, dove presto arrivarono tanti fedeli attratti dalla figura di Ivan, che infatti poi divenne santo. E proprio a fianco di quella caverna, Ivan Rilski e i suoi primi discepoli costruirono quello che allora era il primo monastero del mondo slavo. Purtroppo nel XIII secolo il monastero fu distrutto da un incendio, probabilmente appiccato da briganti, ma dopo 1 secolo esso fu interamente ricostruito a pochi passi dal proprio luogo originario. Nonostante un altro incendio e un successivo attacco distruttivo dei turchi ottomani danneggiarono gravemente il monastero, rimasero intatte alcune sue parti ricostruite nel XIV secolo: la torre fortificata, detta di Hrelio, le porte intagliate della chiesa, il trono vescovile, alcuni manoscritti e alcune icone e arredi sacri. Dal 1469 questo monastero ospita, nella chiesa del santuario, i resti di Ivan Rilski. Il monastero di Rila è costituito da un edifico di 4 piani che ospita 300 celle per i monaci, da un grande cortile, da una chiesa, da una biblioteca e dall'imponente torre detta di Hrelio. Tutt'intorno è circondato da alte mura di cinta con numerose feritoie. L'opera d'arte più preziosa presente nel monastero, contenuta nella chiesa, è l'iconostasi intagliata in legno, ma nella chiesa si trovano anche molte altre icone, di epoca risalente tra il XIV e il XIX secolo. Questo luogo è stato molto importante per la storia della Bulgaria perché qui nacque il primo centro studi sulla cultura bulgara, che contribuì alla sua conservazione e diffusione; qui, durante il regno dei turchi che aveva cancellato cultura e lingua nazionale, la liturgia continuava a essere celebrata in slavo; qui, nell biblioteche del monastero, si sono conservati gli antichi manoscritti più importanti della storia culturale del paese; e qui, nelle scuole dei monaci, aperte tra l'altro anche ai laici, si usava la lingua bulgara. Per conoscere meglio il monastero di Rila, questo è il sito del monastero, queste sono alcune sue immagini, mentre questi sono alcuni video in cui viene ritratto.

lunedì 2 giugno 2008

Gli Iban, popolo indigeno del Sultanato del Brunei

Tra la popolazione del sultanato del Brunei, costituita prevalentemente da malesi, esistono dei gruppi etnici indigeni che costituiscono delle minoranze piccole ma molto importanti perché sulla loro pelle è scritta la storia dell'evoluzione di quelle terre. Tra questi gruppi di indigeni, uno dei più importanti è costituito dal popolo degli Iban, che fino a 2 secoli fa, erano dei cacciatori noti per il loro coraggio. Quando intorno al 1840 gli inglesi entrarono in contatto con gli Iban, li chiamarono Sea Dayak, per il loro passato di pirati e pescatori. Oggi gli Iban non sono più cacciatori, anche se capita ancora di vedere qualcuno cimentarsi nella caccia a grossi animali nella giungla, ma sono diventati un popolo di agricoltori pacifici e ospitali. Gli Iban coltivano soprattutto pepe, caucciù, cocco, olio di palma e frutta. Spesso essi, non riuscendo a sostenersi con quello che producono, sono costretti a importare da fuori parte del cibo necessario alla loro sussistenza. Tanti giovani Iban si sono allontanati dalle loro famiglie e dalla loro comunità originaria per andare a vivere nelle città, e qui hanno acquisito nuove professionalità. Ogni comunità Iban è governata in modo democratico, sulla base di una concezione egualitaria dei suoi membri; al suo interno ha due esponenti molto importanti: il tuah rumah, che è il capo "politico" del villaggio che si occupa delle questioni amministrative e giudiziarie, ed è quindi deputato anche a regolare i conflitti che sorgono all'interno della comunità, e il tuah burong, che è il capo religioso del gruppo e si occupa di tutte le attività religiose. A proposito di religione, gli Iban sono animisti, e molti di loro sono ancora molto legati ai riti e alle credenze tradizionali. Tra questi riti, in genere di tipo propiziatoro per avere dei buoni raccolti, molti sono legati alla coltivazioni del riso, che da essi è considerata qualcosa di più che un lavoro, se si pensa al fatto che per esempio per gli Iban il riso ha un'anima. Bisogna però dire che oggi molti Iban ormai si sono mescolati al resto della popolazione del Brunei, e quindi le loro tradizioni religiose si sono talvolta mescolate all'Islam, religione maggioritaria in questo paese, e al Cristianesimo. Per conoscere meglio gli Iban del Brunei, queste sono alcune loro immagini.