sabato 30 maggio 2015

Le scogliere di gesso di Møn

Di scogliere spettacolari al mondo ce ne sono più di una, ma quelle dell'isola di Møn, in Danimarca, sono particolari perché fatte di gesso. Questo gesso è costituito dai resti di organismi microscopici, detti coccolitofori, che comprendono alghe monocellulari, protisti e fitoplancton, e che hanno vissuto sui fondali del Mar Baltico fino a 70 milioni di anni fa; in seguito, a causa dello spostamento dei ghiacciai, questi fondali sono stati compattati e, dopo lo scioglimento dei ghiacciai, essi sono emersi dalle acque, circa 11.000 anni fa, andando a costituire le scogliere attuali (Møns Klint in danese). Esse si snodano per una lunghezza di circa 6 km e in alcuni punti raggiungono un'altezza di circa 120 metri. Tutta l'area delle scogliere e parte di quella circostante costuiscono un parco naturale. L'area soprastante le scogliere è costituita principalmente da boschi, pascoli erbosi, stagni e piccoli laghetti. A causa del terreno gessoso, nell'area vi sono piante rare, come diverse specie di orchidacee, che raggiungono la loro massima fioritura nella prima parte dell'estate; il gesso poi dà ai numerosi faggi presenti sopra le scogliere un colore verde particolarmente intenso. Per quanto riguarda invece la fauna della zona, da segnalare la presenza del falco pellegrino, l'animale più veloce del pianeta, con le sue picchiate a circa 350 km/h, e una specie molto rara di farfalla blu, la phengaris arion. Per chi volesse visitare le scogliere di gesso di Møn, è importante segnalare che vi sono numerosi sentieri ben segnati, percorribili sia a piedi che in bici, sopra le scogliere, di cui alcuni poi conducono fino alla riva, attraverso dei gradini, permettendo ai visitatori di ammirare le scogliere sia dall'alto che dal basso. Le scogliere di Møn sono raggiungibili con l'auto da Stege o da Klintholm Havn, posti dai quali si può prendere, d'estate, anche un autobus, mentre per il pernottamento non ci sono problemi perché si può pernottare sia in strutture ricettive all'interno dell'area delle scogliere sia in hotel o pensioni poste nelle immediate vicinanze; vicino all'ingresso dell'area naturale c'è anche un campeggio e nelle vicinanze si trova anche un ostello della gioventù. Intanto, per iniziare ad ammirare le scogliere di Møn, queste sono alcune immagini del posto, mentre qui si possono trovare dei video girati lì.

venerdì 29 maggio 2015

La Riserva Naturale del Monte Nimba

La Riserva Naturale del Monte Nimba è situata al confine tra Costa D'avorio, Guinea e Liberia, anche se la parte liberiana è altamente degradata per le attività di estrazione mineraria che si sono succedute in passato. Essa include gran parte della catena montuosa che ospita la cima che dà il nome alla Riserva, il Monte Nimba, che ovviamente è la vetta più alta del posto, con i suoi 1.752 metri. Ai piedi di questa catena montuosa, nota anche per le 50 sorgenti che sgorgano dal suo interno, v'è un paesaggio predominato dalla savana, mentre le pendici delle montagne sono ricoperte da fitte foreste, al di sopra delle quali si estendono pascoli erbosi. Questa riserva ospita una ricca varietà di fauna e di flora. Tra la fauna, vi sono delle specie endemiche come il rospo del Nimba occidentale, il micropotamogale del Monte Nimba e lo scimpanzè capace di utilizzare le pietre come strumenti per la sua vita quotidiana. Altre specie rare presenti nella Riserva sono il gatto dorato africano, il cercopiteco diana, l'ippopotamo pigmeo e il colobo orsino. In tutto questa Riserva Naturale ospita 317 vertebrati, tra cui 107 mammiferi, e più di 2500 specie di invertebrati, tra cui molte endemiche. Per quanto riguarda la flora, vi sono più di 2000 specie di piante, di cui molte tipiche di queste zone. Per chi volesse avere un'idea della Riserva Naturale del Monte Nimba, queste sono alcune immagini del posto, mentre qui si possono trovare alcuni video che parlano della Riserva.

martedì 26 maggio 2015

Il Tortuguero National Park, regno delle tartarughe marine

Il Tortuguero National Park si trova nella provincia di Limon, nell'area nord-orientale del Costa Rica, sulla costa caraibica. Come dice il nome stesso del Parco (tortuga in spagnolo vuol dire tartaruga), la regina tra tutti gli animali presenti in esso, è la tartaruga, in particolare la tartaruga marina. Ma vi sono diverse specie di tartarughe marine, tra cui la tartaruga embricata, la tartaruga caretta caretta, la tartaruga verde, la tartaruga liuto; per tutte queste tartarughe vi sono circa 35 km di costa, che costituiscono una zona protetta dove esse possono deporre in tranquillità le proprie uova, e ciò avviene soprattutto nel periodo che va da febbraio a luglio. Oltre alle tartarughe marine, vi sono anche sette specie di tartarughe da terra. Nei fiumi, nei laghi e nelle lagune del parco si possono trovare anche, oltre alle tarterughe marine, coccodrilli, tra cui particolarmente protetto è il coccodrillo americano, caimani, diverse specie di crostacei e 30 diverse specie di pesci di acqua dolce, tra cui il luccio tropicale. Poi vi sono tanti altri animali rari e protetti, come il tapiro di Baird,  i lamantini, il pecari labiato, il cervo dalla coda bianca o cervo della Virginia, l'armadillo comune o armadillo a nove fasce; e poi ancora  giaguari, folivori, e 3 specie diverse di scimmie: l'atele di Geoffroy o atele centroamericano,  l'aluatta del mantello e il cebo cappuccino. Per quanto riguarda gli uccelli vi sono nel Parco 375 specie diverse di uccelli, tra cui gli alcedinidi, i tucani e gli psittaciformi. Mentre per quanto riguarda la flora, il Tortuguero National Park offre più di 400 specie di alberi e circa 2200 specie di altre piante. Insomma una biodiversità notevole, negli 11 habitats diversi contenuti nel Parco. Per chi volesse visitare il Tortuguero National Park, si deve sapere che esso è raggiungibile solo in barca o con dei velivoli leggeri da turismo, in quanto non vi sono strade da percorrere con l'auto. Intanto è possibile vedere queste immagini del Parco, o guardare questi video girati lì.

lunedì 25 maggio 2015

Il quartiere di hanok di Bukchon, a Seoul

Gli hanok sono le case tradizionali coreane, che sono costruite secondo il principio del Baesanimsu, secondo cui la casa ideale è costruita tra una montagna alle sue spalle, e un fiume, davanti ad essa. Gli hanok della Corea del Sud hanno una diversa forma a seconda della regione; nelle regioni più fredde del nord della Corea del Sud, esse hanno una forma quadrata; nelle regioni centrali una forma a L, e nelle regioni meridionali una forma a I. In Corea del Sud esistono ancora dei villaggi o dei quartieri nelle grandi città dove si possono ammirare questi hanok. Uno di questi è il quartiere di Seoul chiamato Bukchon, il cui significato nella lingua locale è villaggio settentrionale, perché è collocato a nord di due importanti punti di riferimento della capitale sudcoreana: Cheonggyecheon Stream e Jongno. A Bukchon si possono trovare centinaia di case hanok risalenti al periodo dell'impero Joseon, che durò in Corea del Sud dal 1392 al 1897. Per chi volesse visitare questo quartiere storico di Seoul, si ricorda che esso è situato tra Gyeongbok Palace, Chandeok Palace e Jongmyo Royal Shrine; intanto per farsi un'idea del quartiere è possibile vedere queste immagini, mentre questi sono dei video girati lì.

domenica 24 maggio 2015

La Montagna Baitou, la più alta della Corea del Nord

E' la vetta più alta della Corea del Nord, con i suoi 2.744 metri e si chiama Baitou, che significa testa bianca nella lingua del posto, ma è anche chiamata Baekdu o Pektu. E' situata proprio al confine tra la Corea del Nord e la Cina, ed è una montagna di origine vulcanica. Nella caldera del vulcano sorge un lago, denominato Lago Paradiso, situato a un'altezza di 2.189 metri e circondato da ben 16 vette che superano tutte i 2.500 metri di altezza. Il lago ha una circonferenza di circa 13 km e una profondità media di circa 213 metri, con una profondità massima di 384 metri. Esso è ghiacciato da metà ottobre a metà giugno, mentre la temperatura che si trova lassù è abbastanza rigida, con una media annuale di circa -8°, mentre in inverno si possono raggiungere anche i -48°. Pensate, la caldera che ospita il lago fu creata da un'eruzione intorno all'anno 1000 e tale eruzione fu talmente potente che polvere di questo vulcano fu trovata persino nelle regioni meridionali dell'isola giapponese di Hokkaido, isola settentrionale del Paese del Sol Levante. Nella storia di questa montagna vulcanica, si sono registrate eruzioni circa una volta ogni 100 anni, l'ultima delle quali è avvenuta nel 1903. La montagna è in continuo movimento e anche il suo livello varia di anno in anno: è stato calcolato che ogni anno essa cresce di 3 mm a causa dell'attività magmatica sottostante. Dalla Montagna Baitou nascono 3 fiumi, il Songhua, lo Yalu e il Tumen, mentre sulle sue pendici abitano animali come la tigre, il leopardo, l'orso, il lupo, il cinghiale e il capriolo siberiano, e volano uccelli selvaggi come i fagiani di monte, gli strigiformi, e i picidi. Per chi volesse farse un'idea del paesaggio che si trova sulla Montagna Baidou, queste sono alcune immagini del posto, mentre qui è possibile trovare alcuni video girati lì.

venerdì 22 maggio 2015

Il Parco marino di Mwali, o Mohéli, nelle Isole Comore

E' situato lungo la costa sud dell'isola di Mwali, o Mohéli, la più piccola delle isole Comore, all'altezza circa del villaggio di Nioumachou ed è nato per proteggere alcune specie endemiche prima molto minacciate, come quella delle tartarughe marine, e per salvaguardare la ricca biodiversità presente in quelle acque.
E il modo in cui è nato questo Parco marino è interessante; esso infatti è stato creato su richiesta delle comunnità locali e nel dialogo costante tra governo, associazioni locali e ong che lavoravano sul posto, e il modo in cui è nato si riflette oggi sulle modalità di gestione del Parco; esso, tutt'oggi, viene gestito da un comitato di villaggio con dentro dei rappresentanti delle varie comunità che vivono nei villaggi interessati dal parco; e quando succede qualcosa, come può essere una violazione delle norme del Parco, allora il caso viene gestito in prima sede da questo comitato; solo nel caso esso non riesca a trovare una soluzione, allora il tutto passa nelle mani degli enti governativi. Cosi tutti gli abitanti del posto si sentono molto coinvolti nella protezione del parco e nell'attività di sensibilizzazione sulla sua importanza. E questo lavoro di cura e di sensibilizzazione della popolazione locale, a partire dai pescatori del posto, ha già portato a dei risultati significativi. Dal 1998 a oggi, c'è stato un incremento del 35% delle barriere coralline vive, le tartarughe marine frequentano non più 25, ma ben 45 spiagge dell'isola, stelle marine e molluschi sono ora abbondanti perché è vietata la loro raccolta; inoltre, il Parco ha incoraggiato una sorta di eco-turismo sostenibile che ha portato maggiore benessere alle popolazioni locali creando nuovi posti di lavoro e rivalorizzando anche l'artigianato locale; infine sono diminuiti i conflitti tra i pescatori dei diversi villaggi sia a causa della gestione comune del parco sia per il fatto che, con il parco, il pesce pescato e pescabile è aumentato. Per chi volesse avere maggiori informazioni sul Parco marino di Mwali, o Mohéli, questo è il sito ufficiale del Parco, queste sono alcuni immagini del posto, mentre qui è possibile trovare dei video girati lì.

giovedì 21 maggio 2015

Kourion, importante sito archeologico di Cipro

Kourion, o Curium, è un interessante sito archeologico che si trova sulla costa sud-occidentale di Cipro, a circa 1 km dal villaggio di Episkopi e a circa 13 km dalla più nota città di Limassol. Tra le rovine del sito vi sono diversi luoghi interessanti. C'è l'Acropoli, situata su di una collina di circa 50 metri di altezza. C'è il tempio dedicato ad Apollo, costruito nell'VIII secolo a.c., ma dedicato alla divinità greca solo nel III sec. a.c. C'è il teatro, che si pensa sia stato costruito nel II secolo a.c. ma che poi è stato progressivamente ampliato tra il I e il III secolo d.c., fino ad arrivare ad avere una capienza di 3.500 spettatori; il teatro è stato poi completamente ristrutturato e oggi viene usato per spettacoli all'aperto, tra cui il Festival internazionale dell'antica tragedia greca. A 300 metri a ovest dell'acropoli si trova lo stadio, costruito in epoca romana, nel II sec. d.c.; esso ha una forma a U, è lungo 217 metri e largo 17. Un altro luogo interessante del sito di Kourion è la casa di Achille, situata all'estremità nord-occidentale del sito; la casa, costruita nel IV secolo a.c. attorno ad un cortile a peristilio, conserva ancora diversi mosaici pavimentali. Poi c'è la casa dei gladiatori, a sud-est rispetto alla casa di Achille, che risale al III secolo a.c., anch'essa ricca di mosaici, alcuni dei quali riprendono le battaglie dei gladiatori. Al III secolo a.c. risale anche l'agorà, uno spazio aperto fiancheggiato da portici con un ninfeo sul lato a nord, e le terme costruite intorno al ninfeo. Oltre alle rovine delle costruzioni greche e romane, vi sono anche dei resti di costruzioni risalenti al periodo cristiano, come le due basiliche costruite nel V e nel VI secolo d.c. Per chi volesse farsi un'idea del sito archeologico di Kourion, queste sono alcune immagini del posto, mentre questi sono alcuni video girati lì.

mercoledì 20 maggio 2015

Il Parco Nazionale di Zakouma, in Ciad

E' stato il primo Parco Nazionale a essere istituito in Ciad, nel 1963, e si trova nella regione sud-orientale del Paese, a ovest della città di Am Timan e sulla riva destra del fiume Bahr Salamat. Il Parco Nazionale di Zakouma ha un'estensione di oltre 3.000 mq e un'altitudine media di 400 metri; in esso risiedono diciannove specie di carnivori, sedici specie di erbivori di grandi dimensioni, quattro specie di primati, trecento specie di uccelli ed un numero imprecisato di specie di rettili. Tra i carnivori vi sono il leone, il ghepardo, il leopardo, il serval, il gatto selvatico, la iena e il licaone; tra gli erbivori vi sono il bufalo, il cobo,  l'ippotrago e la giraffa; tra le specie di uccelli si trovano invece l'aquila pescatrice, il pellicano, l'airone testanera, la cicogna con il becco a sella, l'anatra fischiatrice, e la gru coronata. La caratteristica di questo parco è che, essendo stato ed essendo meno frequentato di altri parchi nazionali africani, gli animali sono un po' meno abituati alle folle di turisti e quindi sono un po' più selvatici. Per chi volesse fare un pensierino al Parco Nazionale di Zakouma, queste sono alcune immagini del parco, mentre qui è possibile vedere dei video girati lì.

martedì 19 maggio 2015

L'occhio azzurro di Capo Verde

Come fenomeno ottico è un po' simile al Great Blue Hole del Belize, ma, si potrebbe dire, all'incontrario. In Belize abbiamo una piscina naturale color blu scuro, circondata da mare azzurro cristallino; a Capo Verde, e più precisamente a Buracona, sull'isola di Sal, c'è invece una piscina naturale di color azzurro turchese circondata da acqua più scura e da roccia vulcanica. Il paesaggio che si trova a Buracona è veramente suggestivo, con una molteplicità di grotte di origine vulcanica plasmate dall'azione millenaria del mare e dei vulcani della zona, in cui si sono andate a formare delle piscine naturali che si possono vedere dall'alto o da dentro, per chi volesse immergersi. E l'occhio azzurro è una di queste piscine naturali. Per vedere il fenomeno dell'occhio azzurro, bisogna però visitare questa piscina naturale quando il sole batte quasi perpendicolarmente su di essa, nelle ore centrali del giorno. Ed ecco che il gioco di luce e di riflessi produce questo fenomeno ottico davvero affascinante. Per capire di cosa si sta parlando, è possibile vedere queste immagini, oppure questo video.

lunedì 18 maggio 2015

La Riserva faunistica di Dja, in Camerun

E' una delle foreste pluviali più grandi dell'intero continente africano ed è anche una delle più protette, per la sua biodiversità e perché vi sono 5 specie animali in via di estinzione: il gorilla di pianura occidentale, lo scimpanzé, l'elefante africano delle foreste, il cercocebo dal collare bianco e il mandrillo. E' la Riserva faunistica di Dja, che si trova in Camerun, e che deve il suo nome al fiume omonimo che la circonda. Più di 100 differenti specie di mammiferi la popolano, di cui 14 primati, e solo i pigmei Baka che abitano la foresta possono cacciare questi animali, con i loro metodi tradizionali; ci si può chiedere perché sia consentita la caccia ai pigmei; forse perché gli animali che vivono la riserva costituiscono un'irrinunciabile fonte di cibo per la sussistenza della popolazione locale, e quindi essi non cacciano mai per fini commerciali, ma solo per la propria sussistenza, ma forse anche perché i pigmei sanno quali animali si possono cacciare e quali invece no perché ne a va a rischio della loro sopravvivenza. Dal punto di vista della vegetazione, la Riserva faunistica di Dja presenta soprattutto alberi sempreverdi tipici della foresta pluviale, la cui altezza può arrivare fino a 60 metri., 53 specie diverse di arbusti, molte liane, e, per quanto riguarda le erbe, vi sono soprattutto le due specie delle marantacee e delle mapania. Per chi volesse farsi un'idea della Riserva faunistica di Dja, queste sono alcune immagini, mentre questi video presentano la comunità dei pigmei Baka e diversi aspetti della Riserva.

domenica 17 maggio 2015

Le cascate di Kagera, in Burundi

Le cascate di Kagera, in francese Le chutes de la Kagera o Le chutes de la Karera, sono un insieme di 6 cascate diverse, con diversa capienza d'acqua, che si estendono su una superficie complessiva di più di un km quadrato e si riversano su 3 piani a differente altezza. Esse si trovano per la precisione a Musongati, nella provincia di Rutana, nella regione sud-orientale del Burundi, e distano circa 140 km dalla capitale del Paese, Bujumbura. Esse nascono da due fiumi diversi, il fiume Kagera, che genera il maggior numero di cascate e il fiume Mwaro che genera una cascata a ovest di quelle del fiume Kagera. Delle 6 cascate che formano il complesso di Kagera, quella principale è suddivisa in due rami diversi ad un primo livello, ed è posta a est di una seconda cascata che si trova a una cinquantina di metri dalla prima; queste due cascate si uniscono quando scendono su un secondo livello e vanno a formare un'unica cascata che si getta nella valle sottostante. Per chi volesse farsi un'idea dello spettacolo che offrono le cascate di Kagera, queste sono alcune loro immagini, mentre qui si possono trovare sono alcuni video girati lì.

sabato 16 maggio 2015

Perperikon, i resti di un'antico insediamento tracio

Conserva i resti di un'antico insediamento tracio ed è uno dei siti archeologici più interessanti della Bulgaria. Si chiama Perperikon ed è situata nella regione orientale del Paese, a circa 15 km dalla città di Kardzhali. Questi resti sono arroccati su una collina rocciosa alta circa 500 metri e costituiscono l'insieme di megaliti più grande di tutti i Balcani. Dagli scavi archeologici che sono stati fatti, si pensa che in questo posto ci siano stati insediamenti umani fin dal 5000 a.C., e sul posto sono state trovate delle ceramiche che sembrano risalire alla prima Età del Ferro, stesso periodo cui risalirebbe anche un altare circolare di 2 metri di diametro ritrovato nel sito. Tra le rovine che si possono ammirare nel sito di Perperikon i resti di un gigante palazzo a più piani e quelli di una fortezza imponente costruita tutt'intorno alla collina dove giace il sito, con mura spesse quasi 3 metri e con templi e quartieri residenziali tutti costruiti al suo interno. Si pensa che questi resti risalgano al periodo dell'Impero Romano. Per chi fosse incuriosito da questa sito archeologico, questo è il sito ufficiale del posto, qui è possibile vederne alcune immagini, mentre questi sono video girati lì.

venerdì 15 maggio 2015

Il castello di Njasviž, nel centro della Bielorussia

Il castello di Njasviž si trova nell'omonima cittadina, nella provincia di Minsk, nella parte centrale della Bielorussa. E' un complesso che colpisce per le sue dimensioni e per la sua storia architettonica. Infatti esso rappresenta l'incontro tra culture architettoniche diverse, alcune provenienti dall'Occidente, altre dall'Oriente, e quindi una fase molto importante per lo sviluppo di uno stile architettonico proprio dell'Europa Centrale e Orientale nel XVI e XVII secolo. Il castello è stato costruito nel XVI secolo su di una struttura preesistente di un castello medievale dalla famiglia Radziwill, proprietaria del castello dal 1533 al 1939. Il complesso del castello è costituito da 10 edifici interconnessi che si affacciano su un cortile interno a sei facce. Tra i dieci edifici vi sono le residenze della famiglia Radziwill, le gallerie che collegano tutte le residenze e i palazzi, e l'arsenale. Agli angoli del castello sono state costruite quattro torri ottagonali. Al castello è collegata, attraverso una diga, la chiesa del corpus christi, costruita a cavallo tra il XVI e il XVII secolo da un architetto italiano, che pare essere la prima chiesa a cupola con facciata barocca nel mondo, e il primo edificio barocco nell'Europa Orientale; la chiesa è anche un mausoleo, in quanto ospita i corpi di 72 membri della famiglia Radziwiłł. Chi volesse farsi un'idea dell'imponenza e dello stile del castello di Njasviž, queste sono alcune immagini del posto, mentre questi sono dei video girati lì.

giovedì 14 maggio 2015

In Bhutan, nella scuola dove si coltiva l'orto e si mangia sano

In Bhutan c'è una scuola, la scuola elementare di Jigme Losel, dove i bambini possono mangiare sano e biologico tutti i giorni, e in misura sufficiente. La dieta di questi bambini si basa su riso e su verdura fresca; il riso arriva dalle famiglie che donano alla scuola, come contributo volontario, una certa quantità ogni mese, mentre le verdure sono coltivate direttamente nella scuola, in un piccolo orto dove i bambini imparano anche a coltivarle e a farle crescere. Questo sistema di alimentazione è nato perché il preside della scuola si era accorto che, durante l'ora del pranzo, alcuni bambini non mangiavano con gli altri, ma scappavano via e se ne stavano da soli in disparte; chiedendosi il perché di questo comportamento, il preside ha scoperto che quelli che se ne stavano soli erano bambini di famiglie povere che a casa non avevano cibo sufficiente. Cosi è nata l'idea dell'orto e del contributo volontario di riso, che permette a tutti i bambini di avere almeno un pasto sano e completo al giorno. E pare che questo sistema relativo all'alimentazione dei bambini abbia anche migliorato il loro rendimento scolastico. Per chi volesse approfondire, si consiglia la visione di questo video.

mercoledì 13 maggio 2015

Lo dzong di Punakha, vecchio centro politico del Bhutan

Punakha è una cittadina del Bhutan che è stata capitale di questo Paese fino al 1955, anno in cui la capitale è stata spostata a Thimphu. Lo dzong invece è, in Bhutan, una fortificazione che costituisce il centro politico, religioso, amministrativo e giudiziario di ciascuno dei 20 distretti in cui è suddiviso il Paese, e i locali che costituiscono internamente lo dzong sono divisi tra amministrativi e religiosi. Lo Dzong di Punakha è stato quindi, fino al 1955, il centro politico, amministrativo e religioso del Bhutan. Per questo non meravigliano le sue dimensioni imponenti e ciò che si trova al suo interno. Lo dzong, costruito nel 1637-38, è lungo 180 metri e largo 72 metri, i suoi edifici costituiscono una struttura compatta di 6 piani con una torre centrale, chiamata nella lingua locale utse, e all'interno di questa struttura vi sono 3 cortili. Sul primo cortile si affacciano gli uffici amministrativi dello dzong e al suo interno vi sono uno stupa molto largo e un albero di fico sacro per i locali. Sul secondo cortile si affacciano le residenze dei monaci, mentre nel terzo cortile sono conservati i resti di Ngawang Namgyal, considerato il fondatore, nonché il padre religoso e politico del Bhutan e costruttore di questo dzong. Lo dzong di Punakha, essendo situato alla confluenza di 2 fiumi, il Pho Chhu e il Mo Chhu, è stato più volte danneggiato dalle alluvioni, nonché da alcuni terremoti che si sono succeduti lungo gli anni, ma ora esso è stato completamente ristrutturato ed è in buone condizioni. Per chi volesse farsi un'idea dello dzong di Punakha, queste sono alcune immagini del posto, mentre questi sono alcuni video girati lì.

martedì 12 maggio 2015

La Mount Hood National Forest, in Oregon

Si trova a circa 100 km a est dalla città di Portland, in Oregon, ed è un'area protetta dal 1892. E' la Mount Hood National Forest, che deve il suo nome al monte Hood, che domina la foresta con i suoi 3.426 metri di altezza. E' una foresta rigogliosa, molto fitta e molto grande, in cui si trovano anche fiumi, tra cui il Clackamas River è forse quello che presenta il paesaggio più suggestivo, torrenti e piccole cascate, e 4 laghi: il Lost Lake, il Burnt Lake, il Timothy Lake e il Trillium Lake. Il modo migliore di visitare questa foresta è quello di camminarci dentro, utilizzando alcuni dei numerosi sentieri e delle strade sterrate che si possono trovare al suo interno, ma i visitatori possono divertirsi anche con altre attività quali la pesca, il rafting, la corsa a cavallo, le passeggiate in mountain bike e, ovviamente, la scalata al Mount Hood. Per chi volessere organizzare una visita alla Mount Hood National Forest, questo è il sito ufficiale del posto, dove si possono raccogliere molte informazioni utili, queste sono alcune immagini della foresta e del Mount Hood, e questi sono alcuni video girati lì.

lunedì 11 maggio 2015

I Domes de Fabedougou, le rocce a forma di igloo

Costituiscono uno spettacolo poco conosciuto, ma vanno ad aggiungersi a quei paesaggi rocciosi suggestivi che si possono trovare nel mondo, come il deserto dei pinnacoli in Australia o i Sindou Peaks in Burkina Faso. Si tratta dei Domes de Fabedougou, una distesa di formazioni rocciose calcaree a forma di igloo, qualcuno più alto e stretto, qualcun altro più tozzo, largo e basso, che si trovano, come dice il nome stesso, vicino a Fabedougou, che è un villaggio situato nella regione sud-occidentale del Burkina Faso. Pensate, a quanto pare, queste formazioni risalgono a 1,8 miliardi di anni fa, quando ancora erano dei fondali degli oceani. Poi, un po' l'erosione delle acque dei mari, e un po' l'azione di vento e acqua una volta emersi dagli oceani, hanno modellato in questo modo queste formazioni rocciose. Il luogo non è molto frequentato, pertanto lo si può tranquillamente visitare passeggiando tra i Domes, o anche, se capaci, arrampampicandosi su alcuni di essi, per godere dall'alto del panorama suggestivo offerto da questo paesaggio naturale. Per avere un'idea di cosa offrono i Domes de Fabedougou, queste sono alcune immagini del posto, mentre qui si possono trovare alcuni video girati lì.

domenica 10 maggio 2015

I Sindou Peaks in Burkina Faso

Il paesaggio ricorda quello del deserto dei pinnacoli vicino a Perth, in Australia, ma questo posto non si trova in Australia, bensi in Burkina Faso. Stiamo parlando dei Sindou Peaks, i picchi di Sindou, delle formazioni rocciose particolarmente affascinanti che si trovano a una cinquantina di km dalla città di Banfora, nella regione occidentale del Burkina Faso. Sono dei picchi di roccia di origine arenaria, come delle stalagtiti alla rovescio, alcuni isolati, altri aggruppati su un medesimo basamento roccioso, e la loro forma particolare è dovuta da una parte ai movimenti degli antichi mari che milioni di anni fa li sommergevano, dall'altra all'azione di pioggia e vento nel corso degli anni. Si tratta di picchi che possono raggiungere l'altezza anche di 80 metri. La differenza con il deserto dei pinnacoli australiano è che alla base dei Sindou Peaks non c'è deserto, ma una pianura che è un misto tra una pianura verde ricoperta di vegetazione e la savana. Cosi, per godersi lo spettacolo dei picchi di Sindou c'è la possibilità di fare delle belle gite a piedi tra di essi andandoli a scoprire da soli o con un guida del posto. Per avere un'idea di quello che sono i picchi di Sindou, queste sono alcune immagini del posto, mentre qui si possono vedere dei video girati lì.

sabato 9 maggio 2015

L'Arli National Park in Burkina Faso

L'Arli National Park è un parco nazionale che si trova nella regione sud-orientale del Burkina Faso. Ciò che lo rende interessante è la varietà sia di animali che di habitat naturali che vi si possono trovare nei suoi 760 km quadrati circa. Tra gli animali che vivono nell'Arli National Park vi sono un centinaio di leoni, circa 200 elefanti, lo stesso numero circa di ippopotami, che si possono trovare in alcuni dei numerosi laghetti sparsi per il Parco, soprattutto nel laghetto di Tounga, e poi ancora vi sono bufali, cinghiali, babbuini, scimmie e vari tipi di antilopi, tra cui l'Alcelaphus buselaphus, l'Hippotragus equinus, e il Kobus ellipsiprymnus. Ma anche i paesaggi sono molto vari nell'Arli National Park, e spaziano dalle fitte foreste che si distendono lungo i fiumi Arli e Pendjari, alla savana e alle colline arenarie della catena di Gobnangou. L'Arli National Park lo si può raggiungere con l'auto prendendo l'autostrada N19.

venerdì 8 maggio 2015

Tra i Pigmei della foresta Ituri

La foresta Ituri è una foresta pluviale a nord della Repubblica Democratica del Congo. In questa foresta abitano uno dei gruppi tribali piùprimitivi del luogo, i Pigmei Mbuti. Questi Pigmei vivono in gruppi composti da un numero di membri che può andare da 15 a 70 a seconda di diversi fattori esterni, come la zona della foresta dove si trovano, le possibilità di caccia, le possibilità di commercio con altri gruppi e le malattie che essi devono affrontare. Questi gruppi di Pigmei tendono a fare una vita nomade spostandosi da un'area all'altra della foresta durante l'anno, e portandosi tutto il necessario sulle loro spalle durante gli spostamenti. Questo loro stile di vita contribuisce a preservare meglio la foresta perché permette ad animali e vegetazione di non essere saccheggiati oltre modo. Quando i pigmei arrivano in un luogo della foresta dove decidono di stanziarsi, essi ripuliscono l'area tagliando cespugli e piccoli alberi, ma non toccano gli alberi più grandi che costituiranno una sorta di tettoria naturale per le loro abitazioni, simili ad igloo fatti con materiali naturali, proteggendole dal caldo sole tropicale e rendendo più facile la raccolta di miele e selvaggina, principali alimenti di questa popolazione. Questo consente alla foresta di rimanere quasi intonsa una volta che i pigmei decidono di lasciare un'area per spostarsi in un'altra. Zone predilette per la sosta dei Pigmei sono quelle vicine ai villaggi, in modo che essi possano andare in essi a scambiare il miele e la carne che raccolgono e cacciano con altri beni a loro utili, come la manioca. Il commercio avviene solitamente da famiglia a famiglia, ossia una famiglia di Pigmei decide con quale famiglia del villaggio scambiarsi i beni e generalmente tutti gli scambi poi avverranno sempre tra quelle due famiglie, anche per più generazioni. I villaggi vengono proprio solo usati per gli scambi tendenzialmente, perché i Pigmei preferiscono di gran lunga la vita giorno per giorno della foresta, perché lì possono avere una dieta più sana, acqua più pulita, una minor incertezza, meno malattie e non hanno hanno bisogno di soldi. Nei gruppi di Pigmei, le donne si dedicano principalmente alla raccolta di alimenti vegetali e conribuiscono alla caccia degli animali di terra fatta con le reti, dove il loro ruolo è quello di spaventare gli animali e farli cadere nelle reti disposte dagli uomini, prima che questi ultimi li sollevino con la selvaggina dentro; gli uomini del gruppo invece sono dediti alla caccia e alla raccolta del miele. Quest'ultima avviene in modo particolare: i Pigmei si arrampicano su alberi alti anche 30 metri, si avvicinano ai nidi delle api, e quando li hanno raggiunti, bruciano un legno particolare che prduce un fumo che fa scappare le api dal loro alveare permettendo al raccoglitore di prendere tutto il miele dell'alveare. Oggi la vita di questi Pigmei della foresta Ituri rischia di subire diversi cambiamenti a causa, soprattutto della deforestazione e delle sue conseguenze. La costruzione di strade e fabbriche distrugge parti di foresta, forzando i Pigmei ad andare a vivere e a lavorare nei villaggi; un lavoro che viene richiesto a loro, per esempio, è  la caccia degli elefanti della foresta, le cui zanne d'avorio sembrano essere più preziose di quelle degli elefanti della savana. Inoltre il forzato spostamento dei Pigmei dalla foresta ai villaggi porta a loro malattie cui il loro sistema immunitario non è abituato. E infine coloro che aprono fabbriche e strade solitamente non hanno più manioca da dare ai Pigmei, ma denaro, tabacco e marijuana, tutti elementi che alterano lo stile di vita semplice, sobrio e sano della foresta. Per chi volesse conoscere megli i Pigmei Mbuti e la loro vita, questi video sono girati nella aree della foresta dove essi vivono.

giovedì 7 maggio 2015

Le cascate Vittoria, ovvero il fumo che tuona

Prima di diventare le cascate Vittoria, situate al confine tra Zambia e Zimbabwe, questa cascate, ormai note a tutto il mondo, si chiamavano Mosi-oa-Tunya, che, nella lingua del posto, significa il fumo che tuona. Perché questo nome? Perché le cascate, cadendo nella gola alta in media circa 130 metri e molto stretta, generano come una nebbia di gocce d'acqua che pare sia visibile fino a una quarantina di km di distanza perché sale fino a più di 1.600 metri di altezza, e che si combina al fragoroso rumore che le cascate generano cadendo nel dirupo. Da qui il nome Mosi-oa-Tunya, ossia il fumo che tuona. Il successivo e odierno nome fu invece dato dallo scopritore inglese delle cascate che diede ad esse il nome dell'allora regina d'Inghilterra, come era del resto consuetudine. Ma nome a parte, queste cascate sono veramente spettacolari, con il loro km e mezzo di ampiezza e con il fatto che cadono in una gola molto stretta, permettendo a tutti di vedere la loro portata in tutta la sua ampiezza, stando a poche decine di metri sui pezzi di terra dirimpettai rispetto a quelli dove inizia il salto delle cascate. Ma un altro punto emozionante da cui vedere una parte delle cascate e sentire il loro fragore è il famoso ponte che unisce due lembi di terra sopra una gola perpendicolare a quella della caduta delle cascate. Il ponte, che nell'idea dei progettisti doveva essere cosi vicino alle cascate da far arrivare fin sul ponte le loro gocce d'acqua, è sia ferroviario che automobilistico, ma è possibile anche attraversarlo a piedi. Si consiglia di andare a vedere le cascate Vittoria nella stagione delle piogge, in quanto è durante questo periodo che la loro massa d'acqua è maggiore. Per chi ancora non avesse visto le cascate Vittoria, queste sono alcune immagini del posto, mentre questi sono alcuni video girati lì.


mercoledì 6 maggio 2015

Tra le case di fango dei Batammariba a Koutammakou

Koutammakou è una regione che va dai territori nord-orientali del Togo fino alle zone del Benin confinanti con il Togo. La particolarità di questa regione è dovuta alle case del popolo Batammariba che la abita. Esse infatti sono fatte di fango ed hanno una forma particolare, quasi a torre, con dei tetti che possono essere piatti o conici. Pensate, si tratta di case che si iniziarono a costruire a partire dal XVII secolo da parte di popolazioni che fuggivano dai rastrellamenti di schiavi ordinati dai sovrani del Dahomey, l'odierno Benin. La maggior parte di queste case, chiamate nella lingua del posto Takienta, sono formate da due piani, il pian terreno e il primo piano, ma ci sono anche case che hanno solo il piano terreno. Ogni casa è destinata ad una sola famiglia. Di fango sono fatti anche i granai che hanno una forma sferica e che tutto sommato assomigliano molto alle case. Queste case, fatte con un materiale naturale come il fango, sono un po' il simbolo del legame che c'è tra il popolo dei Batammariba e la natura, un legame e una voglia di armonia che si rispecchia anche nei rituali e nelle credenze della società. Le case sono riuniti in villaggi, dove, oltre alle abitazioni, ci sono spazi riservati alle cerimonie religiose, ai riti d'iniziazione e alle attività culturali e sportive. Per chi volesse farsi un'idea delle case di fango di Koutammakou, queste sono alcune foto dove è possibile vederle, mentre questi sono alcuni video girati nei villaggi dei Batammariba.

martedì 5 maggio 2015

Göygöl, una cittadina di origine tedesca nel nord-ovest dell'Azerbaijan

Si chiama Göygöl, e si pronuncia quasi come il noto motore di ricerca, ma con il motore di ricerca non ha niente a che vedere. Ha a che vedere invece con le curiosità della storia. Si, perché a Göygöl si è immersi tra le montagne della regione nord-occidentale dell'Azerbijan, ma si cammina tra case che furono costruite dai tedeschi all'inizio del XIX secolo. Oggi di tedeschi non ce ne sono più, in quanto l'ultimo discendente è morto nel 2007, ma tracce della vecchia presenza dei tedeschi sono ancora vive sia nell'architettura, sia nello schema urbano della cittadina. Vi sono infatti ancora circa 300 case costruite dai tedeschi, che sono state recentemente ristrutturate, v'è la chiesa luterana della cittadina e vi sono le vie lunghe e dritte, tipiche del vecchio modello urbanistico tedesco. Ma facciamo un passo indietro nella storia e rituffiamoci nel 1819, quando questa cittadina venne fondata con il nome di Helenendorf da un gruppo di tedeschi, emigrati qui probabilmente in cerca di lavoro. Dopo appena un anno i tedeschi avevano già costruito circa 90 case in pietra, e nel 1911, quasi un secolo dopo, le case erano più di 1.000. Oggi, a Göygöl, vivono circa 19.000 abitanti, tutti, o quasi tutti, azeri. Perché i tedeschi sono scomparsi? Perché durante la seconda guerra mondiale essi furono mandati nei campi di concentramento o di lavoro forzato nell'Asia Centrale o in Siberia e solo una persona si salvò, perché era di origine mista tedesco-polacca; quella persona era quella deceduta nel 2007. La vecchia Helenendorf ha più volte cambiato nome nel corso della storia e anche la popolazione è cambiata e diversi gruppi etnici si sono mescolati per decenni, dai tedeschi, agli assiri, agli armeni, con gli azeri ovviamente. Oggi, a causa di un vicino lago chiamato Göygöl, anche questa cittadina ha preso questo nome e gli abitanti sono fondamentalmente azeri, ma le tracce di un passato multietnico rimangono ancora. Per avere un'idea di cosa sia Göygöl, queste sono alcune immagini della cittadina, mentre questo è un video, in inglese, che racconta la curiosa storia di Göygöl.

lunedì 4 maggio 2015

A Cal Orko più di 5.000 impronte di dinosauri

Si chiama Cal Orko ed è un sito archeologico della Bolivia, vicino alla cittadina di Sucre. A quanto pare un sito molto frequentato dai dinosauri milioni e milioni di anni fa, dato il numero di impronte lasciate da questi animali sul posto. Recentemente è rinvenuta una lastra di calcare, lunga più di un km e alta circa 100 metri, con più di 5.000 impronte di 450 specie diverse di dinosauri vissuti più di 60 milioni di anni fa. Ma Cal Orko non è l'unico posto boliviano dove sono rinvenute impronte di dinosauri, se, a quanto pare, in tutta la Bolivia se ne possono trovare circa 10.000, facendo diventare il Paese sudamericano quello con il maggior numero di impronte di dinosauri. Ciò sarebbe dovuto all'attività tettonica di alcune regioni della Bolivia, e alle conseguenti frane da essa provocate, che, lungo il corso degli anni, hanno contribuito a far rinvenire alla luce queste impronte conservatizi per milioni di anni sottoterra. Qui vi sono le immagini delle impronte rinvenute a Cal Orko.

domenica 3 maggio 2015

Monticchiello, piccolo borgo medievale nel senese

Si chiama Monticchiello ed è un piccolo borgo medievale del comune di Pienza, in provincia di Siena, nella Val d'Orcia. Perché Monticchiello merita di essere visitato? Per vari motivi. Intanto, la sua posizione, nel bel mezzo della campagna senese, lontano dalle grandi arterie stradali, lo rende qusi un posticino fuori dal mondo; tutto il borgo, che sorge su una collina, è circondato da prati, vigneti e da una fila di cipressi che affianca l'unica strada che porta al borgo. E poi le sue viuzze intricate, ma anche le sue piazze e i suoi slarghi pavimentati a pietrale, le sue case in pietra e mattoncini, cosi curate dagli abitanti del posto, con gli immancabili vasi di fiori freschi appena fuori dalle abitazioni. Inoltre c'è da visitare Porta sant'Agata, la porta principale da cui si entra nel borgo, con arco a sesto acuto e difesa da due torri; c'è da vedere quello che rimane della vecchia rocca e delle vecchie mura di cinta, salendo le quali è possibile godere di un fantastico panorama della campagna circostante, soprattutto all'alba e al tramonto. In cima al borgo c'è la torre del cassero, della seconda metà del XIII secolo. Per gli appassionati di arte, c'è poi da visitare la chiesa dei santi Leonardo e Cristoforo, del seconda metà del XII secolo, che ospita un dipinto con la Madonna con il Bambino di Pietro Lorenzetti. Pensate, a Monticchiello vivono solo poco più di 200 persone, ma molto intraprendenti, dato che ogni anno organizzano diverse iniziative, tra cui una, in particolare, è più nota di altre: il cosiddetto Teatro Povero; ogni estate, tra luglio e agosto, gli abitanti di Monticchiello si trasformano in attori che recitano se stessi e danno vita ad una serie di spettacoli teatrali dove essi raccontano della propria vita e collegano fatti di attualità con aneddoti e storie della cultura di Monticchiello. Per chi volesse organizzare una gita a Monticchiello, questo è il sito del borgo, con le varie iniziative che vi si svolgono, qui si possono vedere delle immagini del borgo, mentre questi sono alcuni video girati lì.

La Cutura, il giardino botanico nato dalla pietra

Sono solitamente considerati inconciliabili, o quanto meno poco compatibili, la pietra e la flora, eppure nel giardino botanico de La Cutura, a Giuggianello, in provincia di Lecce, queste due componenti della natura si mescolano insieme andando a formare un mix di paesaggi incantevoli, profumi delicati e curiose rarità. Si, perché questo giardino botanico è il rifacimento di un'antica tenuta di campagna di fine ottocento, dove la pietra la faceva da padrone. Il nome stesso del giardino rievoca la pietra, perché cute nel dialetto del posto significa proprio pietra. Il giardino si suddivide in 14 aree diverse. C'è ovviamente il Giardino Roccioso, dove rocce, cactus, agavi e opuntie danno vita ad un paesaggio affascinante; il Borgo Antico è invece la parte più antica della Cutura e la sua costruzione risale alla metà del settecento; c'è l'area dei cactus in fiore e la serra delle piante grasse e succulente, con circa 500 esemplari di piante grasse e tropicali originarie di Paesi africani e dell'America Latin; c'è il Giardino Mediterraneo, con tutte quelle piante che vanno a formare la cosiddetta macchia mediterranea; c'è il Giardino all'Italiana, con aiuole geometriche di bosso e di pittosforo; il Giardino dei Semplici ospita invece le piante aromatiche ed officinali (canfore, salvie, mente, artemisie ecc.); c'è poi il Giardino dei profumi, che ospita alberi, piante e fiori che nel corso delle varie stagioni emanano deliziosi ed inebrianti profumi; un'area imperdibile è il Giardino Segreto, in quanto esso custodisce le piante più rare in luoghi nascosti, e in cui una vecchia cava tufacea ospita le conifere nane, gli agrumi rari, le gorgonie, le eritrine, e tante altre piante insolite; il corollario del Giardino Segreto è il Giardino Segreto degli animali, con animali da cortile; c'è il roseto, con oltre 100 tipi diversi di rose; c'è il bosco di lecci con querce settecentesche; infine non poteva mancare il Laghetto, con bellissime collezioni di piante acquatiche, ninfee e fior di loto; c'è poi uno spazio chiamato il Giardino Botanico - Le 4 stagioni, una galleria fotografica dove, in ognuna delle 4 stagioni, vengono inserite le foto più belle relative a quella stagione. Per chi volesse conoscere ancora più da vicino il giardino botanico de La Cutura, questo è il sito del giardino, mentre qui si possono vedere dei video girati lì.

sabato 2 maggio 2015

Lahij, il villaggio del rame

Si chiama Lahij ed è un piccolo villaggio della regione nord-orientale dell'Azerbaijan chamata Ismayilli, situato sulla riva sinistra del fiume Ghirdiman e sulle pendici della catena montuosa di Niyal. Qual è la principale particolarità di questo piccolo villaggio? Il rame, materiale con cui gli artigiani del posto fanno oggetti di ogni tipo, ma oggetti di tale valore e caratura da essere poi contenuti e mostrati in musei di mezzo mondo, dal Museo Russo di Etnografia di San Pietroburgo, al Museo dei Popoli dell'Est di Mosca, fino ad arrivare al Louvre di Parigi, senza dimenticare il museo di casa, il Museo di Storia Nazionale dell'Azerbaijan. In questi musei sono contenuti più di 80 tipi diversi di oggetti costruiti in rame. In Azerbaijan vi sono altre città dove si lavora il rame, ma Lahij è particolarmente nota per questo, e ovviamente per chi visita questo villaggio c'è la possibilità di vedere all'opera gli artigiani del posto durante la lavorazione del rame, dato che le case del villaggio solitamente hanno i laboratori aperti sulla strada a pian terreno. Ma oltre alla lavorazione del rame, Lahij è curioso come villaggio anche per altri motivi. Intanto l'aspetto caratteristico di case e strade, tutte pavimentate con rocce di fiume; le case inoltre hanno tutte una particolare struttura in pietra e legno completamente antisismica, che è ciò che ha permesso al villaggio di rimanere intatto nonostante i numerosi terremoti che si hanno in zona; un altro aspetto interessante di questo villaggio è il suo sistema fognario, che sembra essere uno dei più antichi al mondo, dato che si dice risalga a più di 1.000 anni fa; e poi ancora un altro elemento di curiosità: la lingua, un dialetto del tati, una lingua di origine persiana, mentre la lingua azera gli abitanti di Lahij la usano come seconda lingua; infine un altro aspetto curioso di questo villaggio è il fatto che, pur essendo Lahij abitato solo da poco meno di 1.000 abitanti, questa piccola popolazione è a sua volta suddivisa in 3 categorie, che si chiamano Baadvan, Azavarro e Araghird; ciascuno di questi tre gruppi, distinti per il tipo di artigianato che svolgono, ha la sua propria piazza centrale, la sua moschea, il suo hammam e il suo cimitero; come a dire, quasi tre comunità distinte. Ma non si deve pensare a lahij come ad una città divisa e chiusa, perché essa invece è, a quanto si dice, una città molto aperta, dialogante e accogliente. Chi avesse intenzione di fare una scappatina a Lahij, può intanto guardare queste immagini e questi video,