giovedì 30 aprile 2015

Nong Khiaw, piccolo villaggio nel Laos più incontaminato

Si chiama Nong Khiaw ed è a circa 3 ore di auto da Luang Prabang, nella parte settentrionale del Paese. Perché questo piccolo villaggio merita una visita? Perché è tipico, caratteristico, tranquillo, poco frequentato dai turisti ed è immerso in un paesaggio naturale molto bello, fatto di foreste, ripide pareti calcaree, strette gole e pezzi di giungla. Il villaggio si trova sulle sponde del fiume Nam Ou ed è costituito da poche case e poche strade, per cui è facilmente percorribile a piedi. Dentro e appena fuori il villaggio è possibile vedere, come in questo video, gli abitanti del posto cimentarsi con le attività tipiche locali, come la tessitura, con antichi e caratteristici strumenti in legno, o la costruzione di cappelli in paglia. Da Nong Khiaw è poi anche possibile partire per gite interessanti, come la visita a piedi alle tribù primitive dei H'Mong nelle foreste circostanti, come la navigazione in kayak o in barca sul fium Nam Ou, o come l'arrampicata sulle pareti calcaree che circondano il villaggio. Per chi stesse facendo un pensierino a Nong Khiaw, questi sono alcuni video girati lì, mentre su questo sito è possibile trovare, in inglese, informazioni utili su dove e come alloggiare a Nong Khiaw.

mercoledì 29 aprile 2015

Il Great Blue Hole, spettacolo naturale del Belize

Il Great Blue Hole è un grande bacino di acqua cristallina di colore blu scuro, circondato da un cordolo corallino e dal mare azzurro circostante il cordolo. E' uno spettacolo vederlo da fuori, ed è uno spettacolo anche da dentro, per chi ci si immerge, anche se l'immersione è da me sconsigliata in quanto, ahimè, oltre alle pareti quasi verticali piene di stalattiti che si possono vedere sotto il livello del mare, alcune delle quali lunghe anche più di 10 metri, e a una ricca varietà di specie marine innocue, come una cernia conosciuta con il nome di cernia gigante, sembrano abitare il bacino anche 3 tipi di squali: lo squalo nutrice, lo squalo leuca e lo squalo pinna nera del reef. Il Great Blu Hole ha una forma quasi perfettamente circolare, è largo circa 300 metri e profondo circa 124 metri. Nell'era glaciale era una grotta calcarea al di sopra del livello del mare, che però, quando il livello dell'Oceano iniziò ad alzarsi, si allagò, facendo collassare il tetto verso il basso. Il bacino si trova al centro dell'atollo di Lighthouse Reef, a circa un centinaio di km dalla costa del belize, ed è parte del più ampio sistema di riserva delle barriere coralline del Belize. Per chi volesse avere un'idea della bellezza del Great Blue Hole, queste sono alcune immagini, mentre questi sono alcuni video girati lì, anche sotto il livello del mare da alcuni subacquei.

martedì 28 aprile 2015

Il Liberation War Museum di Dhaka

E' dedicato alla lotta del popolo bengalese per la sua libertà e la sua indipendenza ed è stato aperto nel 1996, a 15 anni dall'indipendenza del Bangladesh dal Pakistan. Si, perché il Bangladesh, prima di diventare uno stato indipendente, era il Pakistan dell'est. Dal 26 marzo al 16 dicembre 1971 ci fu un violento conflitto tra il movimento di guerrilla bengalese chiamato Mukti Bahini e l'esercito del Pakistan, conflitto che comportò un genocidio e una crisi umanitaria terribile tra il popolo bengalese, con circa 10 milioni di rifugiati costretti a fuggire nella vicina India. Alla fine di questo conflitto, grazie anche all'aiuto delle milizie indiane, il movimento Mukti Bahini ebbe la meglio e il Bangladesh divenne uno stato libero. Il Liberation War Museum, che si trova nella capitale del Bagladesh, Dhaka, è su 2 piani, ha 6 gallerie e contiene più di 10.000 oggetti che ricordano il processo che portò all'indipendenza del Paese, dal movimento di indipendenza indiano contro l'impero anglo-indiano in Bengala, alla storia del Language Movement, per il riconoscimento della lingua bengalese in Pakistan, movimento da molti considerato come l'inizio del processo che portò all'indipendenza bengalese, passando per l'opposizione e le lotte del popolo bengalese nei decenni precedenti al 1971 contro l'oppressione economica, politica e culturale del governo pakistano. Per chi volesse organizzare una visita al Liberation War Museum di Dhaka, questo è il sito ufficiale del museo, dove si possono trovare tutte le informazioni utili, mentre queste sono alcune immagini del museo.

lunedì 27 aprile 2015

Il deserto dei pinnacoli vicino a Perth

Partendo dalla città australiana di Perth e viaggiando per circa 3 ore in direzione nord, si arriva in uno dei luoghi più affascinanti dell'Australia, situato vicino alla località Cervantes: il deserto dei pinnacoli, the pinnacles desert in inglese, formazioni calcaree che richiamano appunto dei pinnacoli e che possono arrivare anche all'altezza di 4-5 metri da terra. Nel deserto se ne trovano migliaia, dalle forme più disparate, alcuni più alti, altri più bassi, e camminare in mezzo a questi pinnacoli non può non far riflettere e sorprendere di cosa possa fare nel corso del tempo la natura, con il suo vento, la sua acqua e i suoi agenti atmosferici in generale. Particolarmente affascinante si presenta il paesaggio del deserto dei pinnacoli all'alba e al tramonto, quando i pinnacoli si colorano di diverse sfumature che vanno dal giallo al rosso. Ma come si sono originati questi pinnacoli? Pare che essi siano dovuti all'emersione di antichi fondali marini, e che costituirebbero le antiche strutture calcaree degli organismi che vivevano su questi fondali, poi fratturate a causa dei processi erosivi nel corso dei secoli; pare anche che queste strutture, fino a qualche centinaia di anni fa, fossero ricoperte ancora completamente di sabbia. Per avere un'idea di cosa sia il deserto dei pinnacoli, qui si possono vedere alcune immagini, mentre qui si possono guardare dei video girati lì.

lunedì 13 aprile 2015

Gli Tsimihety del Madagascar, coloro che non si tagliano i capelli

Tsimihety nella lingua del posto significa "coloro che non si tagliano i capelli"; questo appellativo risale a una forma di protesta che questo popolo mise in atto nei confronti delle ferree regole imposte da Radama I, che fu re del Madagascar dal 1810 al 1828. Gli Tsimihety vivono nelle regioni centro-settentrionali del Madagascar e sono una società caratterizzata da un forte egualitarismo e da una forte insofferenza nei confronti di qualsiasi autorità; per questo hanno sempre mantenuto un certo livello di autonomia dai governi che si sono succeduti nel Madagascar. Sono un popolo prevalentemente di agricoltori, che ha una particolarità: per loro è tabù lavorare la terra il martedi. Il loro numero si aggira intorno al milione di individui, un numero destinato tuttavia a crescere a causa dell'alto tasso di natalità che caratterizza la loro società. Essi parlano un dialetto che deriva della tradizione delle lingue maleo-polinesiache, in cui al malgascio, la lingua base del Madagascar, si aggiungono elementi linguistici dell'arabo e del francese, essendo stato il Madagascar una colonia francese.

domenica 12 aprile 2015

Vrelo Cave, è forse in Macedonia la grotta più profonda al mondo

Si trova in Macedonia, all'interno del Matka Canyon, e si apre sulla sponda destra del fiume Treska. Si chiama Vrelo e la sua particolarità è di essere una grotta molto, ma molto profonda. C'è chi dice che essa è profonda più di 500 metri, altri dicono 330 metri; una spedizione internazionale con a capo un italiano, Luigi Casati, raggiunse la quota di 212 metri, ma la stessa spedizione era convinta che non si era arrivati a toccare proprio il fondo della grotta. In molti ad ogni modo sono convinti che questa potrebbe essere la grotta più profonda al mondo. Nella grotta si può scendere per un tratto anche a piedi, ma la cava può essere apprezzata nella sua pienezza solo immergendosi nelle sue acque. La grotta ha infatti due laghi al suo interno, uno più grande, che raggiunge una lunghezza massima di 35 metri ed una profondità massima di 18 metri, e un altro più piccolo, che ha una lunghezza massima di 8 metri e una profondità massima di 15 metri. Tutt'intorno pareti con strane formazioni rocciose e stalagtiti, tra cui ne spicca una nel bel mezzo della grotta che viene chiamata, per la sua particolare forma,  la pigna. Per farsi un'idea di cosa è la Vrelo Cave, qui si possono vedere alcune immagini, mentre qui si possono vedere dei video girati nella grotta.

sabato 11 aprile 2015

Gede, il sito archeologico più grande del Kenya

Gede era una cittadina araba, abitata prevalentemente da mercanti, che nacque nel XIII secolo, arrivò ad avere una popolazione di circa 2.500 abitanti, e poi, verso il XVII secolo, fu abbandonata dai suoi abitanti. I motivi di questo abbandono non si conoscono, fatto sta che Gede divenne una città fantasma. E oggi di quella città rimangono alcuni resti delle abitazioni che la costituivano e molti oggetti interessanti che erano presenti nella cittadina e che sono stati rinvenuti a seguito degli scavi. Le case di Gede erano fatte con calce a base di corallo e terra e tra gli edifici di cui si possono ammirare alcuni resti, vi sono 3 moschee, il palazzo del sultano e altre case ancora. Gli oggetti rinvenuti invece testimoniano di una cittadina crocevia di commerci con il mondo intero, dato che si sono ritrovati oggetti di vetro provenienti da Venezia, delle forbici provenienti dalla Spagna, una lampada proveniente dall'India, porcellane della dinastia cinese dei Ming e suppellettili persiane in terracotta smaltata; tutti questi oggetti sono radunati in un museo situato all'ingresso del sito archeologico. Ma il motivo di attrazione di Gede non è solo costituito dai resti dell'antica cittadina, ma anche dalla natura in cui essi sono immersi: una fitta foresta di baobab, sequoie e alberi di chinino, frequentata da moltissime scimmie e da molte specie di uccelli, tanto che nel sito c'è anche una piattaforma costruita appositamente per il birdwatching, piattaforma da cui è possibile anche godere di un bellissimo pnorama su tutto il sito archeologico. Per chi volesse recarsi a Gede, essa si trova vicino a Watamu, la più nota città sulla costa kenyana. Intanto qui è possibile vedere alcune immagini delle rovine di Gede, mente qui si possono vedere dei video girati nel sito archeologico.

giovedì 9 aprile 2015

Sakalava Bay, per gli appassionati di kitesurfing e windsurfing

Si chiama Sakalava Bay ed è una lunghissima spiaggia che si trova lungo la costa nord-orientale del Madagascar, a una quindicina di km dalla città di Diego Suarez. Forse molti appassionati di kitesurfing e windsurfing la conoscono già; infatti, è nota per il suo vento che costantemente soffia in modo efficace per tutto l'anno, permettendo a chi pratica questi due sport di divertirsi non poco. Ma c'è anche chi va a Sakalava Bay per impararli questi due sport, come dimostra questo video di uno scrittore della lonely planet. Infatti, negli alberghi che si possono trovare lungo la baia, ci sono anche dei centri di kitesurfing e windsurfing dove si possono chiedere lezioni per chi non fosse pratico. Sakalava Bay è facilmente raggiungibile con l'auto: proveniendo da Diego Suarez, dopo una decina di km, in prossimità del piccolo villaggio di Ankorikakely, si trova la deviazione che conduce su una strada sabbiosa non asfaltata che in 6 km porta alla baia. Per chi invece volesse unire un po' di trekking al kitesurfing e al windsurfing, c'è il sentiero che, partendo dal villaggio di Ramena e attraversando la Baie des Dunes e la Baie del Pigeons, porta, in circa 3 ore di cammino, alla Sakalava Bay. Intanto, per chi ci volesse fare un pensierino, qui si possono vedere alcune foto della baia, mentre qui è possibile vedere alcuni video di gente che pratica kitesurfing e windsurfing sul posto.

martedì 7 aprile 2015

La Richardson Highway, la prima strada dell'Alaska

Conduce dal porto di Valdez, sulla costa meridionale dell'Alaska, fino al cuore dello stato americano, nella città di Fairbanks. Sono 562 km, ossia 7-8 ore di viaggio. La sua storia è legata alla corsa all'oro tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, quando i ricercatori d'oro costruirono un sentiero che collegava la costa prima a Eagle, nel 1898, poi a Fairbanks, nel 1902; il sentiero fu poi trasformato in una strada dal generale dell'esercito americano Wilds P. Richardson, primo presidente dell'Alaska Road Commission, e uomo che diede il nome alla strada attuale; strada che fu poi adeguata agli standards delle strade per automobili durante gli anni '20 del secolo scorso e pavimentata completamente nel 1957. Ma il fascino della Richardson Highway non risiede solo nella sua storia. Questa strada offre dei panorami mozzafiato passando tra alcuni dei migliori ghiacciai dell'Alaska e montagne spettacolari come le Chugach Mountains. A questa pagina (in inglese) è possibile vedere tutti i siti interessanti che si possono vedere lunga la Richardsson Highway. Per farsi un'idea degli scenari che si possono gustare lungo questa strada, qui è possibile vedere alcune immagini.