lunedì 27 settembre 2010

Gli Ewe e le origini del Togo

In lingua ewe Togo significa "andare all'acqua"; era probabilmente l'acqua del lago Togo, situato nella zona meridionale dell'attuale paese africano ononimo, quella di cui parlavano gli abitanti della zona, che vivevano in un villaggio vicino al lago e appartenevano alla comunità degli Ewe, un'etnia originaria di questa zona occidentale dell'Africa; con la colonizzazione dei tedeschi tutta la zona circostante quel lago venne cosi chiamata Togoland, da cui poi Togo, mentre il villaggio degli Ewe venne ribattezzato Togoville; intorno a Togoville ancora oggi vivono gli Ewe, un popolo presente anche nelle regioni sud-occidentali del Benin e in quelle sud-orientali del Ghana. Le comunità Ewe hanno come loro nucleo sociale più importante la famiglia e sono rette da capi-comunità, che un tempo venivano scelti su base ereditaria, mentre oggi vengono selezionati con un metodo basato sul consenso. I capi-comunità vengono inoltre consigliati spesso dalle persone anziane del villaggio e devono rispettare alcune regole di comportamento particolari, come quelle di non bere in pubblico e di apparire tra gli altri con la testa sempre coperta; essi sono considerati il tramite tra il mondo dei vivi e il mondo degli antenati, sul cui culto si basano molte credenze religiose degli Ewe. Questo popolo ha nella musica una componente fondamentale della sua cultura e nelle percussioni una delle arti più importanti e diffuse; numerose sono le danze tipiche diffuse tra gli Ewe, tra cui vi sono la adevu, la agbadza, l'atsiagbekor, l'atsia, la gabada, l'agahu, la gota, la tro-u e la sowu. Tipici degli Ewe sono anche i vestiti kente,vestiti fatti di striscie di stoffa di diversi colori intrecciate tra di loro.

lunedì 20 settembre 2010

Atauro, suggestiva isola di Timor Est

E' una piccola isola di poco più di 100 km quadrati che si trova tra Timor Est e l'isola indonesiana di Wetar. Si chiama Atauro, e da un punto di vista amministrativo appartiene a Timor Est, ma ha molte peculiarità che la distinguono dal resto di questo paese. Innanzitutto la sua popolazione, costituita da circa 8.000 anime, è in gran parte protestante, diversamente da quanto accade in Timor Est, dove la confessione più diffusa è il cristianesimo; ma c'è da dire che molti cristiani su quest'isola conservano ancora antiche credenze legate alla vecchie tradizioni animistiche. Gli abitanti di Atauro poi, parlano 3 dialetti diversi di Wetarese, la lingua di Wetar, l'isola indonesiana che si trova a nord-est di Atauro: il manroni, parlato nei villaggi di Beloi e Bikeli, l'adade, parlato nel villaggio di Macadade, e l'humungili, usato nel villaggio di Makili; infine in molti usano una quarta lingua, il tetun, per comunicare con le persone degli altri villaggi che parlano dialetti diversi. Che ricchezza linguistica in mezzo a sole 8.000 persone! Persone che vivono principalmente del pesce che pescano, dei prodotti derivanti dalle loro capre (questo animale è talmente importante qui che lo stesso nome dell'isola in un dialetto locale significa "capra"), della coltivazione di grano e di fagioli, e della raccolta della frutta e dei vegetali che la natura locale offre in abbondanza. Per chi volesse visitare Atauro, l'isola si può raggiungere in barca in circa 2 ore, partendo dalla capitale di Timor Est Dili. Sull'isola è presente un eco-lodge, il Tua Koin, dove si può pernottare, e per chi ama fare snorkelling, è possibile godere delle belle barriere coralline di cui sono ricche le acque che circondano l'isola. Su questo sito, in inglese, è possibile raccogliere altre informazioni utili per una visita di Atauro, mentre qui è possibile vedere dei video girati là.

lunedì 13 settembre 2010

Penghu, le isole gioello di Taiwan

Sono un arcipelago di una novantina di piccole isole situate lungo la costa occidentale di Taiwan. Si chiamano Penghu e sono considerate un piccolo gioiello naturale, trasformato nel corso dei secoli da euzioni vulcaniche, vento e mare. Il paesaggio di queste isole infatti è stato modellato secolo dopo secolo dal vento e dall'acqua del mare, cosi come in alcune isole si trovano dei piccoli monumenti naturali derivanti dall'origine vulcanica di queste isole, come le colonne di basalto dell'isola di Tungpan. Il frutto di tutto ciò sono distese di prati verdi e steppe, alte e maestose scogliere rocciose e bellessimi tratti di spiaggia. Il vento oggi su queste isole è una manna anche per gli appassionati di windsurf, in quanto nelle stagioni di inverno e primavera, Penghu è uno dei posti più ventilati al mondo, come si può vedere da questo video girato là. Sulle isole ci sono decine di villaggi, alcuni dei quali fatti con case tipiche di architettura cinese, circondati da mura di corallo. Per conoscere meglio l'arcipelago di Penghu, questo è un sito, in inglese, dove raccogliere informazioni sui posti da vedere, sui luoghi dove alloggiare e su come arrivarci, mentre questi sono altri video girati nelle isole di Penghu.

lunedì 6 settembre 2010

Il Pamir, il tetto del mondo per gli abitanti del Tagikistan

Viene chiamato Pamir, ma il suo vero nome è Bam-i-Dunya, che in lingua locale signifca Il tetto del mondo, in quanto si trova al centro di uno snodo complicato di alcune delle catene montuose più alte del mondo, tra cui le catene del Karakorum e dell'Himalaya che si snodano verso sud, quella del Tian Shan, che si estende verso la Cina, e quella dell'Hindu Kush, che si articola ad ovest. La vetta più alta di questa regione del Tagikistan è il Kungur, che arriva quasi a 8.000 metri di altezza. Quello del Pamir è un paesaggio fatto di alte cime innevate, lunghi ghiacciai, ampie vallate, caratterizzate per alcuni tratti da una vegetazione verde brillante, fiumi blu intenso e terra rosso fuoco, in altri tratti, più alti, da paesaggi lunari, rocciosi e inospitali. In queste valli vivono delle comunità di persone che hanno poco, ma che sono molto ospitali. Sono di religione ismailita e vivono di quello che offrono le loro pecore e gli altri pochi animali presenti nella regione. A proposito di animali, sono animali leggendari quelli che hanno fatto la storia di questi luoghi, come la pecora di Marco Polo, di cui si trova addirittura una statua e che rispetto a una pecora normale ha corna più lunghe, e il leopardo delle nevi. Nel Pamir si può arrivare o in aereo, con piccoli velivoli locali, oppure percorrendo la Pamir HighWay, l'autostrada del Pamir; viene chiamata autostrada, ma in realtà è una strada conciata piuttosto male, dove tratti di asfalto si alternano a tratti di pietre e fango, su cui è molto difficile guidare; comunque si tratta di una "autostrada" tra le più alte al mondo, e questo è un video dove si possono vedere alcuni panorami che si possono ammirare percorrendola. Per chi volesse conoscere meglio o visitare il Pamir, su questo sito, in inglese, si possono raccogliere informazioni utili e vedere alcune immagini della regione.