lunedì 15 ottobre 2012

Collodi, non solo Pinocchio

Il suo nome è noto ai più per le avventure di Pinocchio, o meglio, per chi ha scritto quelle avventure, ossia Carlo Lorenzini, noto come Carlo Collodi. Ma Collodi è anche un piccolo affascinante borgo medievale, una frazione del comune di Pescia, in provincia di Pistoia, che si snoda lungo i pendii di un colle formando una sorta di cascatella di costruzioni tipiche medievali. Alla cima del borgo sorge l'antica rocca circondata da un recinto intervallato da torri, di cui una è stata trasformata in campanile, mentre alla base si trova la Villa Garzoni, dal nome della storica famiglia che ha abitato e che ha segnato i destini di questo borgo; la villa sorge sulle rovine dell'antico castello medievale e ha da mostrare ai turisti uno splendido giardino all'italiana. Per i più piccini c'è ovviamente anche il Parco di Pinocchio, mentre per i più grandi si consiglia una visitina anche alla Pieve di San Bartolomeo, da cui si può godere un bel panorama. Per chi volesse scoprire più da vicino questo borgo medievale, anche al di là delle avventure del pupazzo di legno, qui è possibile vedere alcune immagini del borgo, mentre qui si possono vedere alcuni video girati lì.

martedì 9 ottobre 2012

Pedesina, il comune più piccolo d'Italia

I comuni in Italia sono tanti, si sa, più di ottomila. Se chiediamo a chiunque quale di questi migliaia di comuni sia il più grande, probabilmente la risposta sarebbe immediata o quasi: Roma; ma se chiediamo alla stessa persona quale sia il comune più piccolo, allora probabilmente la risposta non sarebbe cosi immediata, o non ci sarebbe affatto. Ebbene, secondo l'ultimo censimento Istat, il comune più piccolo d'Italia è Pedesina, in provincia di Sondrio, che giace sulle pendici del Pizzo Rotondo, sulle Prealpi Orobie. Pedesina ha una trentina di abitanti e, guardando il grafico della sua popolazione dall'unità d'Italia in poi, sembra che il calo demografico sia iniziato all'inizio del secolo scorso. Nonostante l'esiguo numero della sua popolazione, Pedesina sembra contare anche di un cittadino straniero, proveniente dall'Ucraina, e, cosa forse ben più importante, continua a sfornare nuovi cittadini, come viene riportato in questo articolo. Oggi i pochi abitanti del piccolo comune lombardo vivono essenzialmente di agricoltura, allevamento e turismo, mentre in passato in paese erano diffuse le lavorazioni di canapa e lino. Per chi ama il formaggio ricordiamo che il bitto viene prodotto da queste parti. Per chi vorrà visitare questo piccolo comune italiano, questo è il link al sito del comune, mentre cliccando qui si va sul sito della proloco del paese.

lunedì 21 maggio 2012

Il Pendjari National Park in Benin, vecchia casa di animali rari

Il Pendjari National Park è un parco nazionale del Benin situato nella regione nord-occidentale del paese africano. Uno degli elementi più interessanti di questo parco è il suo essere, o essere stato, dimora di diversi animali rari, tra cui i leoni senza criniera, o con una criniera molto più minuta di quelle che normalmente si è soliti vedere sugli altri leoni, il ghepardo dell'Africa nord-occidentale, e il licaone, un canide tipicamente africano che assomiglia un po' alla iena; oltre ad essi, nel parco si possono incontrare elefanti, ippopotami, bufali, leopardi, scimmie e varie specie di antilopi, per una popolazione animale costituita da circa un centinaio di diverse specie. Per alcune di queste, quelle più rare, non si sa se a oggi siano ancora presenti nel parco, a causa del numero veramente esiguo di esemplari che ne erano rimasti. Ma anche se alcuni di questi animali non dovessero sfortunamente esserci più nel Pendjari National Park, resta comunque molto interessante la composizione faunistica di questo parco. Molto varia e interessante appare essere anche la popolazione degli uccelli che volano nel parco, per un numero totale di specie che si aggira intorno a 300. Tutti questi animali girovagano in un ambiente fatto di savane e praterie, con il fiume Pendjari, che dà il nome al parco, che bagna il suo territorio, e le montagne della catena Atakora che fanno da imperioso sfondo al suo paesaggio.Per chi volesse raccogliere altre informazioni sul Pendjari National Park del Benin, questo è il suo sito ufficiale.

lunedì 14 maggio 2012

La spiaggia di Crane Beach nell'isola di Barbados

Una sabbia soffice dai colori chiari tendenti al rosa, un mare cristallino che presenta una variegata gamma di colori e sfumature, un fondale che degrada lentamente, una barriera corallina al largo, una dolce brezza che spesso corre lungo il litorale, una foresta di palme da cocco alle spalle della spiaggia e piccole pareti di roccia calcarea che si gettano in mare intorno ai lati della spiaggia; tutto questo fa di Crane Beach una delle spiagge più ambite di Barbados; è la bellezza naturale di tutti questi elementi naturali, oltre che l'aria di pace e serenità che si respira, che rendono particolarmente suggestiva questa spiaggia situata sulla costa meridionale di Barbados. E sulla cima di una delle scogliere che si buttano in mare vicino all'isola si può notare quell'elemento che dà il nome alla spiaggia: una grande gru che viene usata per le operazioni di scarico e carico delle navi che arrivano qui; crane infatti in inglese significa gru. A Crane Beach ci si può godere la pace e la bellezza naturale del posto stando comodamente sdraiati in spiaggia e facendosi accarezzare dalla brezza caraibica che percorre la spiaggia, cosi come si può godere del suo mare, semplicemente con un bagno, oppure facendo una delle tante attività sportive marine che i turisti amano fare in questo posto, tra cui surf, snorkelling e boogie-boarding, che consiste nel solcare le onde con la tavoletta piccola rettangolare. Per chi volesse iniziare a vedere cos'è Crane Beach, queste sono alcune foto della spiaggia, mentre questi sono alcuni video girati là.

lunedì 7 maggio 2012

Wari Bateshar, sito archeologico del Bangladesh

In Bangladesh vi sono diversi siti archeologici. Uno di questi è Wari Bateshar, il cui nome è composto dai 2 nomi dei villaggi vicino ai quali è situato; il sito si trova a poco meno di 80 km dalla capitale del Bangladesh Dhaka, nella parte nord-orientale del Bangladesh, nel distretto di Belabo Upazila di Narsingdi. A Wari Bateshar si trovano i resti di un'antica fortezza risalente, sembra, al V secolo a.C. Si tratta di un sito archeologico scoperto intorno al 1930, anche se gli scavi per portare alla luce i resti archeologici lì presenti sono iniziati intorno agli anni 2000. Secondo alcuni studi, Wari Bateshar era uno dei grandi centri commerciali d'oriente tra quelli citati da Tolomeo nel suo libro Geographia, i cosiddetti Sounagora; gli altri centri citati dall'astronomo greco sono Arikamedu, in India, Mantai, in Sri Lanka e Kion Thom, in Tailandia. Ciò che accomuna questi siti e che li fa ritenere degli antichi centri commerciali importanti per quel tempo, è anche la riscoperta, in ciascuno di essi, di prodotti d'artigianato tipici e comuni di questa parte di mondo per allora, come le perle di vetro monocrome. Un'altro resto particolare ritrovato a Wari Bateshar è costituito dalle abitazioni-fossato, dei piccoli fossati dove la gente di allora viveva; un tipo di abitazione che sembra risalire a più di 4.000 anni fa, e che è stato notato anche in siti archeologici di altri paesi, tra cui l'India e il Pakistan.

lunedì 30 aprile 2012

L'Al Areen Wildlife Park, riserva naturale del Bahrein

L'Al Areen Wildlife Park è un parco nazionale situato nella zona centro-orientale del Bahrein ed è stato aperto nel 1975. Sono centinaia gli animali che popolano questa riserva naturale, e di questi ve ne sono più di 500 che sono tipici della penisola arabica, come l'orice araba, una particolare specie di antilope, la gazzella reem, o gazzella da sabbia; altri animali sono invece di origine africana, come l'addax, una specie di antilope imparentata da vicino con gli orici, lo struzzo, lo springbox, anch'essa una specie particolare di antilope, l'impala, il dama dama, una specie particolare di cervo, e la zebra di Chapman, una sottospecie di zebra. Alcuni di questi animali sono in gabbia, mentre altri li si può vedere circolare liberamente nel parco. La presenza di numerose specie di uccelli, tra cui pellicani, fenicotteri e anatre, rende la riserva naturale una destinazione favorita dei bird watchers; per quanto riguarda invece la flora presente nel parco, si contano più di 100.000 specie, tra piante e alberi. All'interno dell'Al Areen Wildlife Park è possibile sia circolare liberamente lungo i numerosi sentieri che si snodano in esso, sia effettuare una gita guidata su un bus che si prende all'ingresso del parco, e accompagnati da delle guide che forniscono molte informazioni sul Parco e su ciò che si vede lungo il tragitto. Per avere maggiori informazioni sull'Al Areen Wildlife Park in Bahrein, è possibile visitare questa pagina, in inglese, mentre qui è possibile vedere alcuni video girato nel parco.

lunedì 23 aprile 2012

Exuma, un'isola per ogni giorno dell'anno

A Exuma chi vuole trascorrere un anno sabbatico, potrebbe visitare un'isola al giorno, e poi tornare a casa con la possibilità di esclamare: ho visto tutte le isole di Exuma. Exuma infatti è un piccolo arcipelago di 365 isole, e isolette, cosi si dice, che si trova a sud delle Bahamas. Le due isole principali di questo arcipelago sono Great Exuma, sede del centro abitato più importante dell'arcipelago, George Town, e Little Exuma; queste due isole sono collegate tra di loro da un ponte. Entrambe le isole sono disposte su due coste, di cui quelle che danno sull'Oceano sono fatte prevalentemente di scogliere, mentre quelle che danno sul Mar dei Caraibi ospitano numerose spiagge; tra queste ultime ce ne sono alcune meno frequentate, come Hoopers Bay e Jolly Hall Bay, altre spiagge un po' più frequentate come Runaway Bay e Cocoplum Beach, e poi c'è la spiaggia Tropic of Cancer, a Little Exuma, chiamata cosi perché sotto un chiosco c'è indicata la linea dove passa il Tropico del Cancro. Tratti comuni di tutte queste spiagge sono la bellezza e i colore suggestivi del mare Caraibico e la sabbia fine e bianca di origine corallina. Ma a Exuma, oltre alle spiagge di Great Exuma e Little Exuma, ci sono anche tutte le altre isolette, chiamate Cays, per lo più disabitate, da vedere; alcune di queste si possono visitare in giornata con una barca locale, per gustare dei momenti di intenso rapporto con la natura, fatta di spiagge incontaminate, di acqua cristallina e, talvolta, anche di delfini e tartarughe. Per chi poi si dovesse trovare ad Exuma ad aprile, c'è anche la possibilità di guardare, al porto di George Town, la Family Island Regatta, una regata pittoresca dove competono tra loro barche tradizionali bahamiane fatte a mano, con scafo e albero rigorosamente in legno e vele in tela. Per avere un'idea delle spiagge di Exuma si possono vedere alcune di queste foto e alcuni di questi video.

lunedì 16 aprile 2012

Il tempio di Ateshgah, la casa del fuoco

In persiano atash gah, vuole dire casa del fuoco, atash sta per fuoco e gah sta per letto, da cui casa. Da questa parola deriva il nome di un tempio dell'Azeirbagian, chiamato appunto tempio di Ateshgah. Ma perché questo nome? Perché il tempio sorge in una zona talmente ricca di gas naturale e petrolio che il fuoco si genera spontaneamente dalla terra, impregnata di questo gas e di questo petrolio. E ancora oggi le fiamme di Ateshagh ardono ai 4 angoli del tetto. Il tempio, e l'intero complesso di edifici religiosi che lo circondano, furono costruiti a partire dal XVII secolo, ma questa zona dell'Azerbaigian, dove sorge oggi il villaggio di Surazany, è stato un centro religioso per millenni. E oggi, dopo la sua chiusura come luogo di culto e di permanenza di monaci e pellegrini, forse dovuta alla costruzione lì vicino di impianti per l'estrazione del gas e del petrolio, tutto il complesso di Ateshgah è diventato un museo. Il tempio, situato al centro del complesso, ha conservato la sua struttura quadrangolare e la sua cupola a forma di cipolla, e contiene diverse iscrizioni in sanscrito e in punjabi, un'antica lingua della regione del Punjab, in India e Pakistan. Per chi volesse iniziare a vedere il tempio di Ateshgah virtualmente, queste sono alcune foto, mentre qui si possono vedere dei video girati lì.

martedì 10 aprile 2012

Malam Jabba, stazione sciistica del Pakistan

Si dice che sia l'unica, non si sa, ma probabilmente, se non l'unica, è una delle poche stazioni sciistiche presenti in Pakistan. Si chiama Malam Jabba ed è incastonata all'interno della catena montuosa dell'Hindukush, nel nord del Pakistan, a una distanza di poco più di 300 km dalla capitale pakistana Islamabad, e a circa 40 km dalla città di Saidu Sharif, capitale del distretto di Swat, dove si può arrivare anche con l'aereo. A Malam Jabba ci sono piste da sci, impianti, piste di pattinaggio, e un hotel per coloro che vogliono passare qualche giorno con gli sci ai piedi. In questo mini-comprensorio sciistico pakistano le piste si snodano lungo 800 metri di dislivello, e il punto più alto delle piste arriva a 2.800 metri d'altezza. E per chi fosse interessato, oltre allo sci, anche alla cultura di questo paese, intorno ai resort vi sono anche due stupa buddhisti e 6 monasteri, monumenti che indicano come la zona sia abitata da più di 2.000 anni. Purtroppo negli anni passati questa stazione sciistica è stata interessata dalla guerra tra il governo pakistano e il gruppo locale di talebani, e ha dovuto subire pesanti danneggiamenti; ma dal 2009 il governo pakistano ha iniziato a riprendere il pieno controllo dell'area, e da poco la stazione è stata riaperta ufficialmente con una festa sulla neve, di cui si parla in questo breve video in inglese, organizzata come primo atto di una campagna promozionale volta ad attrarre qui nuovamente turisti, pakistani e internazionali. Qui si possono vedere altri video girati a Malam Jabba, mentre queste sono alcune foto della stazione sciistica.

lunedì 2 aprile 2012

I monasteri di Haghpat e Sanahin, nel nord dell'Armenia

Nel nord dell'Armenia, vicino al confine con la Georgia, vi sono alcuni siti religiosi storici per questo paese. Uno è quello costituito dal monastero di Haghpat, un villaggio situato a pochi km di distanza dalla città di Alaverdi; il monastero di Haghpat è stato costruito nel periodo che va dal X al XIII secolo d.C., ora appartiene alla Chiesa apostolica armena e ospita le tombe di numerosi vescovi; un elemento caratteristico di questo monastero è costituito dai numerosi khachkar che si possono trovare al suo interno; cosa sono i khachkar? Sono dei cippi funerari su cui sono state incise, cone incisioni particolari ed elaborate, delle croci. Si dice che il monastero di Haghpat abbia ospitato anche, nella seconda metà del XVIII, secolo il poeta armeno Sayat-Nova, le cui liriche d'amore sono ancora oggi note tra il popolo armeno. Vicino ad Haghpat, esiste un altro villaggio in cui si trova un altro interessante monastero. Si chiama Sanahin, una parola che in armeno significa "questo è più vecchio di quello", cosa che fa pensare che probabilmente il monastero di Sanahin sia più antico di quello di Haghpat. I due monasteri, quello di Sanahin e di Haghpat sono divisi da una crepa che scorre sotto gli altipiani dove essi sorgono, e per andare da un monastero all'altro per via diretta bisogna prima affrontare la ripida discesa che scende dall'uno e poi la ripida salita che porta all'altro monastero; spesso però per visitare il monastero di Sanahin si prende la funivia da Alaverdi, che, curiosità, si dice fosse la funivia più ripida di tutta l'Unione Sovietica, quando ancora essa esisteva. Anche il monastero di Sanahin oggi appartiene alla Chiesa apostolica armena e anche in esso si possono trovare le sepolture di diversi vescovi e tanti khachkar; al centro di questo monastero sorge la Chiesa di Amenaprkich; mentre la Chiesa di Astvatzatzin, situata a nord del complesso, è la più antica di tutto l'edificio, in quanto fu costruita nella prima metà del X secolo; poco distanti dal monastero si possono poi visitare anche la Chiesa di Odzun, che risale al VI secolo d.C., e un cimitero medievale. Entrambi i monasteri, sia quello di Sanahin sia quello di Haghpat, furono nel Medioevo degli importanti centri culturali ed educativi; in particolare, il monastero di Sanahin era noto per la sua scuola per miniatori e calligrafi. Per iniziare a vedere almeno virtualmente il monastero di Haghpat, si possono vedere alcuni di questi video o alcune di queste immagini, mentre per conoscere più da vicino il monastero di Sanahin, si possono incominciare a vedere alcune di queste immagini o alcuni di questi video.

lunedì 26 marzo 2012

I villaggi d'acqua di Kampong Ayer

Si chiama Kampong Ayer ed è uno dei più grandi insediamenti umani del sud-est asiativo costruito interamente sull'acqua. Si tratta di una serie di villaggi, una quarantina in tutto, che vanno a costituire quello che solitamente viene detto "il villaggio d'acqua"; sono migliaia e migliaia di costruzioni costruite su delle palafitte in legno: case, scuole, moschee, ristoranti, un ospedale, collegate da un camminamento tutto in legno che si snoda tra i villaggi per una lunghezza totale di circa 40 km, e da una serie di ponti, anch'essi tutti in legno. Ma Kampong Ayer non è, come potrebbe sembrare, un quartiere povero di una grande capitale del sud-est asiatico, ma una zona della capitale del Brunei, Bandar Seri Begawan, dove le persone sembrano vivere bene, con elettricità, acqua potabile, connessione a internet, e tutti gli altri servizi indispensabili per condurre una vita dignitosa. Come ci si muove in Kampong Ayer? Con le barche-taxi naturalmente, che permettono ai cittadini dei villaggi d'acqua di spostarsi anche fuori dal quartiere, nelle altre zone della capitale, percorrendo il fiume Brunei. Per avere un'idea di cosa sia Kampong Ayer, è possibile vedere alcuni di questi video.

lunedì 19 marzo 2012

Le Gcwihaba Caves, nel nord-ovest del Botswana

Le Gcwihaba Caves sono un labirinto sotterraneo di grotte e piccoli tunnel collegati tra loro che si estende sotto il paesaggio collinare che si dipana intorno al villaggio di Xai-Xai, nel nord-ovest del Botswana. Queste grotte, che sono in realtà 6 diversi reti sotterranee collegate tra loro, sono particolari non solo per le loro dimensioni, ma anche per il tipo di formazioni rocciose che si possono incontrare. Stalagtiti alte fino a 6 metri, stalagmiti a forma di colonna che sembrano quasi messe lì per non far cadere le volte delle grotte, strati sedimentati di roccia uno sopra l'altra che sembrano quasi formare delle cascate di rocce, formazioni rocciose secondarie come le elictiti, le perle di cava e le cossiddette cannucce. Tutto questo e altro ancora si può incontrare camminando nelle Gcwihaba Caves. Inoltre in queste grotte sono stati trovati tantissimi resti archeologici e fossili, che testimoniano la presenza di insediamenti umani nella zona risalenti a migliaia e migliaia di anni fa. Per entrare nelle grotte, vi sono 2 accessi principali ma la più utilizzata come porta d'accesso è quella situata a nord. Per visitare questo affascinante mondo sotterraneo bisogna però lottare contro 2 possibili ostacoli: il basso ricambio d'aria che c'è all'interno delle grotte e la quantità considerevole di pipistrelli che si incontrano, che sono si innocui, ma che, al passaggio dei visitatori, iniziano a spostarsi da una parte all'altra della grotta, provocando un trambusto che può non lasciare tranquilli. Per iniziare a rendersi conti di cosa sono le Gcwihaba Caves, si possono iniziare a vedere queste immagini.

lunedì 12 marzo 2012

La fonte del fiume Buna e la casa derviscia

Nella cittadina di Blagaj, nel cantone dell'Erzegovina-Narenta, in Bosnia-Erzegovina, si trova un luogo che unisce natura e spirito. E' il luogo dove sorgono la fonte del fiume Buna e la casa-monastero dei dervisci. La prima sgorga da sotto una parete di roccia alta circa 200 metri, e regala ai visitatori un flusso ininterrotto di acqua limpida di 43.000 litri al secondo; la seconda è un luogo mistico, che fu fatto costruire nel XVI secolo da un sultano ottomano per religiosi dervisci, una corrente spirituale dell'Islam i cui seguaci cercano di vivere una vita ascetica caratterizzata dalla povertà e dal distazzo da passioni e ambizioni terrene. La casa-monastero sorge proprio a ridosso della parete rocciosa da cui sgorga l'acqua del Buna e al suo interno si trova un cortile dove i visitatori possono ristorarsi e godersi lo zampillare ininterrotto della fonte. Per chi volesse incominciare a vedere queste due attrazioni di Blagaj, una naturale e l'altra spirituale, qui è possibile vedere alcuni video girati lì, mentre queste sono alcune foto del luogo.

lunedì 5 marzo 2012

Gruyères, il borgo medievale che dà il nome al formaggio gruviera

E' un piccolo borgo medievale e dà il suo nome ad uno dei formaggi pià famosi. Il nome del borgo è Gruyères e il nome del formaggio è Gruyère, Gruviera in italiano. Gruyères è situato nel cantone svizzero Friburgo, a circa 800 metri di altezza, ed è abitato da meno di 2.000 persone. Data l'importanza del prodotto a cui questo borgo ha dato i natali, non poteva certo mancare la Maison du Gruyère, un caseificio-museo dove ci si può immergere nella storia, nei metodi di produzione e, soprattutto, nei sapori del noto formaggio locale; in realtà la Maison du Gruyère si trova appena fuori Gruyères, a Pringy, una località che si trova scendendo dalla collina dove è situata Gruyères; pare che questo caseificio produca una cinquantina di forme di gruviera al giorno; ovviamento in esso non poteva mancare anche uno shop dove far man bassa di formaggio e un ristorante dove mangiare soprattutto... si può immaginare cosa; per chi volesse visitare il caseificio-museo del gruviera, qui si possono trovare informazioni utili, mentre qui si può vedere un video sul museo. Ma oltre al formaggio e al suo museo, Gruyères è degno di una visita anche per il carattere pittoresco delle sue stradine, tutte pedonali, e di alcuni suoi palazzi, e per il suo castello, costruito verso la fine del XIII secolo d.C., che contiene anche un museo regionale, un museo d'arte e un bel giardino molto curato alle sue spalle. Per avere un'idea di come sia il piccolo borgo svizzero di Gruyères, qui è possibile vedere alcune foto.

lunedì 27 febbraio 2012

Passeggiando sotto il Salto El Sapo

Vicino alla laguna di Canaima, nella parte orientale del Venezuela, c'è una cascata dove è possibile passeggiare sotto il salto d'acqua, camminando tra le rocce che lo determinano. E' il Salto El Sapo, una cascata non altissima, ma con un getto d'acqua abbastanza potente, soprattutto nel periodo delle piogge, che va più o meno da maggio a novembre. Quando si arriva in prossimità del Salto El Sapo, prima si può ammirare dalla cima della cascata il panorama che si dispiega sotto di essa, con le pianure verdeggianti tipiche del posto, le cosiddette sabanas, che si distendono dietro gli spruzzi dell'acqua della cascata e lungo il corso d'acqua della deviazione del fiume Carrao dove si trova la cascata. Poi, possibilmente in costume, è possibile incamminarsi su un camminatorio scavato nella roccia, grazie al quale appunto si passa sotto il getto d'acqua della cascata. Si è sufficientemente protetti per non essere travolti dalla forza dell'acqua, ma non per non essere bagnati, cosa anzi che è piuttosto garantita. Ma la sensazione che si può provare passando sotto le acque del Salto El Sapo forse vale bene qualche, o molte, gocce d'acqua. Per iniziare a vedere il Salto El Sapo e a capire cosa vuol dire il suo attraversamento a piedi, è possibile iniziare a vedere qualcuna di queste foto o qualcuno di questi video.

lunedì 20 febbraio 2012

Canaima, la laguna d'acqua rossa

In Venezuela esiste un posto con una laguna dove l'acqua non è blu o azzurro/verde cristallina, ma rossa-rosso/marrone. Questa laguna si chiama Canaima e si trova nella parte orientale del Venezuela. E' una laguna che viene alimentata dal fiume Carrao, e il colore particolare delle sue acque è dovuto alla presenza dei minerali che si trovano sott'acqua, ferro in particolare, e al tannino rilasciato dalle piante della laguna. Gli stessi processi naturali che determinano quel colore particolare dell'acqua della laguna fanno anche si che, vicino alla riva, sull'acqua ci sia anche un leggero strato di schiuma, cosa che potrebbe far subito pensare a sporco e inquinamento, ma che in realtà è conseguenza degli elementi e dei processi naturali che ci sono nella laguna; e anche la spiaggia che si trova a riva ha un colore particolare, tendente al rosa, colore dovuto alla presenza del quarzo. Nella laguna Canaima è possibile anche immergersi, per provare a fare il bagno nell'acqua rossa, cosi come è possibile navigare con una canoa o con una lancia, e godersi lo spettacolo dei 3 piccoli salti d'acqua che ravvivano uno dei lati della laguna: Hacha, Golondrina ed Ucaima. Sempre dalla laguna è possibile ammirare i cosiddetti tepuyes, che sono delle formazioni di roccia e terra che hanno una forma particolare di piramide tronca; i loro nomi sono: Topochi, Kuravaina e Nonoy. Per chi volesse farsi un'idea della laguna Canaima e del colore delle sue acque, qui è possibile vedere alcune foto, mentre qui è possibile vedere alcuni video girati in laguna.

lunedì 13 febbraio 2012

Suq Al Alawi, l'antico mercato di Jeddah

Per chi si trova come turista a Jeddah, un quartiere degno di una visita è il Suq Al Alawi. Si tratta del mercato più antico della città e si trova non lontano dal porto, lungo una via che porta lo stesso nome, una traversa della strada Al Dahab, nel quartiere di Jeddah chiamato Al Balad, che sarebbe il centro storico della città. Qui, nel corso dei secoli, uomini e donne provenienti da molti paesi diversi si trovavano a commerciare i loro beni, dopo aver attraversato il deserto o dopo aver navigato lungo il Mar Rosso. Ora sicuramente, rispetto all'atmosfera che si respirava in questo quartiere secoli fa, molto è cambiato; al posto di molte bancarelle per esempio oggi ci sono ora i negozietti illuminati da luce artificiale. Ma qualcosa della storia di questo antico mercato è rimasto; come i palazzi in pietra corallina caratteristiche dell'architettura araba di questa zona, con le tipiche finestre chiuse da tralicci di legno intagliato, chiamate mashrabiya; come le vecchie case, di cui alcune anche un po' decadenti, che emanano ancora sapori antichi; come alcuni dei prodotti venduti nel mercato, come la presenza di una forte componente religiosa musulmana in tutto il quartiere del mercato. Per avere una prima idea di quello che si può vedere a Suq Al Alawi, si può vedere questa foto, che mostra una delle case tipiche della zona del mercato.

lunedì 6 febbraio 2012

La leggenda di Jeddah, seconda città dell'Arabia Saudita

Interessanti le voci che circolano intorno al nome della seconda città dell'Arabia Saudita, Jeddah. C'è chi sostiene che questo nome derivi da un termine che significava spiaggia, e questo dipenderebbe dalla posizione di questa città, situtata lungo le coste del Mar Rosso. Ma in realtà, nella lingua araba, spiaggia oggi si dice shati, parola che non sembra avere molto a che vedere con quella che indica la seconda città dell'Arabia Saudita. Ben più interessante, e forse anche più linguisticamente fondata, sembra essere la seconda ipotesi, o meglio, la seconda leggenda che spiega l'origine del nome di questa città. Secondo questa leggenda il nome Jeddah deriverebbe alla città dal suo ospitare la tomba di Eva, nonna dell'umanità; e guarda caso, nonna in arabo si dice jadda, con un'assonanza che non può sfuggire con il nome della città. Pare addirittura che questa leggenda avesse talmente attaccato in zona, che le autorità religiose della città furono costrette, nel 1975, a sigillare con il calcestruzzo quella che si credeva essere la tomba di Eva per evitare che i fedeli wahabiti si radunassero a pregare su di essa, rischiando di commettere il grave peccato dell'idolatria. Detto questo, per essere completi, bisogna anche dire che Jeddah si può scrivere o dire anche Jedda, Gidda, Jidda o Jiddah, ma sempre lì andiamo a parare, alla nonna dell'umanità. E la presenza della sua tomba, anche se solo leggendaria, contribuisce non poco all'importanza di questa città. Per chi fosse interessato a visitare il luogo dove si trova questa leggendaria tomba, l'indirizzo è 7695 Old Makkah Road, nel quartiere di Al Ammariyah, mentre qui si possono vedere alcune foto della tomba.

lunedì 30 gennaio 2012

Il lungomare di Dammam, in Arabia Saudita

Dammam è, per grandezza, la terza città dell'Arabia Saudita, dopo Riad e Jedda, si affaccia sul Golfo Persico ed è la capitale della provincia di Al Sharqiyya, detta anche Provincia Orientale, che pare sia la zona dell'Arabia Saudita a più alta concentrazione di giacimenti petroliferi. Ebbene, nella zona di Dammam che dà sul mare, la città è attraversata dalla cosiddetta Dammam Corniche, un progetto posto in essere per rendere più vivibile il lungomare della città. Il tratto di lungomare che fa parte di Dammam è, tra l'altro, solo una parte di un progetto più ampio, che copre una lunghezza di circa 60 km, dall'isola di Tarot, a nord di Dammam, alla spiaggia di Aziziah, a sud della città.  Su questo lungomare, la sera, gli abitanti di Dammam si riversano per passeggiare e chiacchierare alla fine della loro giornata lavorativa. Prati verdi attraversati da vialetti pedonali, sculture artistiche, sports club, e altri locali si alternano lungo questo tratto di Golfo Persico, offrendo ad abitanti del posto e turisti uno spazio relativamente tranquillo dove gustarsi la presenza del mare in tutta tranquillità. Per avere un'idea di quello che è il lungomare di Dammam, è possibile vedere alcune di queste foto.

lunedì 23 gennaio 2012

Le spiagge di Antigua e Barbuda, una per ogni giorno dell'anno

Antigua e Barbuda è nota per avere una spiaggia per ogni giorno dell'anno; sono infatti 365 le spiagge in cui si possono godere delle giornate di sole e relax su queste 2 isole delle Piccole Antille. Per i più fortunati che si possono prendere un anno sabbatico, non c'è l'esigenza di scegliere prima quali visitare, ma per i più, che possono passare qui solo qualche giorno o qualche settimana, su quale di queste 365 spiagge andare? Ecco qui alcuni nomi. Beachcombers Beach, conosciuta anche come Turner's Beach, si trova lungo la costa sud-occidentale dell'isola, vicino al villaggio di Crab Hill. Darkwood Beach, posizionata sempre lungo la costa sud-occidentale, vicino al Jolly Harbour, è molto scelta da chi ama fare snorkelling, per la sua acqua cristallina. Deep Bay Wreck è una spiaggia che si trova a soli 10 minuti dalla capitale dell'isola Saint John's, ideale per chi gira l'isola in barca, dato il suo comodo porto dove poter attraccare la nave, e con un attrazione particolare offerta dai fondali del suo mare, un relitto di una nave affondata lì circa 100 anni fa; ci sono molti che si divertono a fare snorkelling intorno al relitto. Dickenson Bay è una delle spiagge più turistiche e più affollate dell'isola, a causa dei suoi resort, e con una vivace vita notturna. Dutchsman's Bay invece, situata lungo la costa settentrionale dell'isola, è una spiaggia molto frequentata dagli amanti del windsurf, a causa dei suoi venti, particolarmente adatti a questo tipo di sport. Lungo la costa occidentale si trova poi Ffryes Beach, una delle spiagge più incontaminate dell'isola, con sabbia bianca e una vista panoramica sull'isola di Montserrat. Vicino a Freeman's Beach, detta anche Galleon Beach, sono da visitare le Pillars of Hercules, delle formazioni rocciose molto particolari, di cui si possono vedere alcune foto qui, dove il vento e l'acqua hanno plasmato nella roccia della costa come delle colonne naturali. Galley Bay Beach è una spiaggia di sabbia bianca, situata lungo la costa nord-occidentale dell'isola, dove talvolta si possono incontrare le tartarughe marine, che qui amano fare le loro cove. Particolarmente affascinanti poi sono i circa 20 km di sabbia bianca di Palm Beach, situata sulla costa occidentale della Codrington Lagoon a Barbuda, e i circa 13 km di sabbia color rosa-champagne di Pink Sand Beach. Per conoscere altre spiagge ancora di Antigua e Barbuda, si può visitare questa pagina, in inglese, mentre qui si possono vedere dei video su alcune di queste spiagge.

lunedì 16 gennaio 2012

Il Cangandala National Park, casa della Palanca Negra Gigante

Sapete cos'é la Palanca Negra Gigante? E' un'antilope con il pelo nero dalle dimensione notevoli. Ebbene pare che questa particolare specie di antilope si trovi solo in Angola. Più in particolare pare che la casa di questo animale sia il Cangandala National Park, un parco nazionale a nord della provincia Malanje, in Angola appunto, tra il fiume Curije e due affluenti del fiume Cuanza, che sfocia nell'Oceano Atlantico, poco più a sud della capitale angolana Luanda. E' il parco nazionale più piccolo di questo paese africano, ma è noto proprio per la presenza della Palanca Negra Gigante. Dal punto di vista della vegetazione, il territorio del parco, che copre un'area di circa 600 km quadrati, è costituito da colline di deserto sabbioso, che si alternano a praterie, porzioni di foresta, pezzi di savana e altri territori aridi e cespugliosi. Oltre alla Palanca Negra Gigante, vi sono altre interessanti specie animali che abitano questo parco nazionale, tra cui più di 170 specie diverse di uccelli. Qui si possono vedere delle immagini della Palanca Negra Gigante, mentre qui si può vedere un video dove viene ripreso un gruppo di questi animali proprio all'interno del Cangandala National Park.

lunedì 9 gennaio 2012

L'Hawa Mahal di Jaipur e la sua facciata-alveare

Si chiama Hawa Mahal ed è l'ex palazzo reale di Jaipur, una città indiana del Rajastan, fatto costruire nel 1799 dal Maharaja Sawai Pratap Singh. Cosa rende unico questo palazzo? La sua facciata, senza dubbio. Si tratta di una vera e propria opera d'arte, che ricorda un alveare o, per recuperare il fine originario di ques'opera, una corona, in quanto appunto, nelle intenzioni originarie del Maharaja, la facciata doveva rappresentare la corona della divinità hindu Krishna, di cui il Maharaja era devoto. Si tratta di un insieme di decine e decine di nicchie, su base semi-ottogonale, ciascuna delle quali con finestrelle e grate, piccole cupole, guglie sottili e altre decorazioni, disposte su 5 piani. In tutto le finestre e le grate della facciata dell'Hawa Mahal, chiamate jharokhas, sono ben 953. Perché tutte queste jharokhas? Si dice per permettere alle signore del palazzo, che allora non potevano mostrare il loro volto agli altri uomini, in obbedienza al precetto del purdah, di assistere alla vita quotidiana che si svolgeva sulla piazza antistante il palazzo, cosi come alle processioni e alle altre manifestazioni importanti che si svolgevano vicino al palazzo, in tutta tranquillità, perché coperte dalle grate, e in tutta freschezza. Si, perché un'altra funzione di queste 953 finestrelle della facciata dell'Hawa Mahal, ben studiata dall'architetto che progettò il palazzo, Lal Chand Usta era quella di areare le camere interne del palazzo, soprattutto nelle calde e afose settimane della stagione estiva; e cosi le signore di palazzo potevano assistere a quanto accedeva nella piazza di Jaipur al fresco e protette da occhi indiscreti; non a caso il palazzo è anche chiamato il Palazzo dei Venti. Tutta la facciata dell'Hawa Mahal è costruita con pietra arenaria, con l'aggiunta di alcune decorazioni in legno, e il colore rosso e rosa della pietra usata dà quel colore particolare a tutta la facciata. Colore che, con le prime luci del giorno, subito dopo l'alba, assume un fascino ancora più particolare. Oltre alla facciata, vi sono poi altre elementi di questo palazzo che meritano di essere visti, come il cortile interno con le sue fontane, le stanze interne del primo e secondo piano, con i loro marmi colorati e le loro decorazioni dorate, e, soprattutto, il panorama che si puà ammirare dalla cima del palazzo. Per avere un'idea dell'Hawa Mahal e della sua facciata, queste sono alcune foto del palazzo, mentre questi sono alcuni video girati lì.