lunedì 29 settembre 2008

Le isole Krum, piccoli gioielli incontaminati del mare eritreo

Non sono molto conosciute, ma offrono un grande spettacolo naturale, soprattutto per il mare che le circondano, che è di una rara bellezza. Si chiamano Krum e sono 4 isolette situate lungo la costa eritrea della Dancalia, a circa 400 km da Massawa. Per raggiungerle dalla costa, ci si impiega poco piò di un'ora in barca. Le 4 isole, di cui 2 piccoline e altre 2 più grandi, sono di origine vulcanica e sono costituite prevalentemente di roccia e terra laviche, ma lo spettacolo che offrono riguarda soprattutto il mare da cui sono circondate. Un mare più freddo di quello circonda le altre isole eritree, con dei fondali costituiti da lunghissime distese di coralli, che formano un prezioso tappeto che si perde a vista d'occhio e che ospita un ricchissimo patrimonio di pesci di varia specie e di tartarughe marine. Colpisce su queste isole il contrasto tra il verde cupo di questo mare, il nero scuro della terra lavica e il colore chiaro e luminoso delle piccole spiaggette delle isole. Su di esse si trovano anche dei villaggi in cui vivono le comunità locali, che non sembrano ancora state toccate dalle logiche turistiche già scattate in altre isole eritree. Interessante anche lo spettacolo offerto dagli uccelli che volano soprano queste isole, tra cui l'aquila pescatrice, protagonisti di spettacolari voli migratori. Per iniziare a scoprire le isole Krum, queste sono alcune immagini.

lunedì 22 settembre 2008

Le tombe del periodo Wadi Suq a Shimal

Segno antico della storia preislamica degli Emirati Arabi Uniti, le tombe di Shimal e tutto il sito archeologico presente in questo villaggio sono una delle bellezze archeologiche più interessanti di tutti gli Emirati. Il tutto si trova sulle pendici delle montagne Hajar, nell'emirato di Ras al-Khaimah. Davanti agli occhi dei visitatori si presentano più di 150 tombe risalenti al primo e secondo millennio avanti Cristo. Esse furono costruite tutte con le pietre del posto, e si incuneano sotto il terreno di Shimal tranne le coperture che spuntano dal terreno, come le punte di un iceberg archeologico che si estende tutto sotto terra. Le tombe sono tutte lunghe una decina di metri e sono composte da uno o due loculi; di queste alcune sono tombe collettive, dove sono stati recuperati talvolta decine e decine di corpi. Nelle tombe spesso sono stati ritrovati anche suppellettili e beni che si presume appartenessero ai defunti qui sepolti, come era tradizione fare in quel periodo. Purtroppo molte delle tombe di Shimal sono state spazzate via da frane e disastri naturali, travolte dalla terra delle montagne Hajar. Per avere una vista panoramica di queste tombe, è consigliabile raggiungere il forte di Husn al-Shimal, che si erge su una piccola parete rocciosa e permette di gettare uno sguardo d'insieme sullo spettacolo archeologico di Shimal. Questo sito fu scoperto per la prima volta da Beatrice de Cardi e le prime tombe furono portate alla luce dall'archeologo inglese Peter Donaldson nel 1976. Circa 10 anni più tardi un gruppo di studiosi dell'università di Göttingen in Germania iniziò un progetto di scavi che portò alla luce molte delle tombe visibili oggi. Oltre alle tombe, a Shimal si trovano anche molti resti del periodo cosidetto di Wadi Suq, incastonato nella preistoria degli Emirati Arabi Uniti nel secondo millennio a.C. Ceramiche, vasi, armi di bronzo e di rame, e altri suppellettili che risalgono al periodo compreso tra il 2.000 e il 1300 a.C. Qui è possibile vedere alcune immagini di Shimal e del suo sito archeologico.

lunedì 15 settembre 2008

Dentro l'Ospedale della Divina Provvidenza di San Salvador, la casa del Vescovo Martire Oscar Arnulfo Romero

Quando divenne Vescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero rifiutò di andare a vivere in un palazzo vescovile che avrebbero costruito tutto per lui, ma decise di vivere in una stanzetta nella sacrestia dell'Ospedale della Divina Provvidenza, nel quartiere Colonia Miramonte, a nord della capitale salvadoregna, a contatto con le sofferenze dei suoi compaesani colpiti da dolore e malattia, soprattutto da cancro. E qui, nella cappella di quest'ospedale, egli fu assassinato il 24 marzo del 1980 mentre celebrava messa, per il suo impegno a favore dei poveri, degli oppressi e di tutti coloro che erano vittime delle violenze e delle prepotenze della dittatura che allora imperversava in questo paese. Ancora oggi, quest'ospedale, che vive unicamente delle donazioni dei cittadini, continua ad offrire aiuto medico e rifugio spirituale per chi è colpito da gravi malattie. La maggior parte dei pazienti finisce qui spesso nella fase terminale della propria malattia, abbandonati da famiglia e amici, che non sono in grado di sostenerli economicamente, ed essi spesso qui terminano i loro giorni. E qui, in quest'ospedale, ogni anno arrivano tantissime persone che vogliono visitare la cappella dell'ospedale dove Romero, considerato martire dalla Chiesa Cattolica, celebrava messa, e la stanza dove egli viveva. In essa sono conservate ancora alcuni oggetti personali, l'abito da messa che il Vescovo usava indossare, molte targhe di riconoscimento donate da chi aveva ricevuto aiuto da Monsignor Romero, e i 205 libri che costituivano la sua piccola biblioteca personale.

lunedì 8 settembre 2008

La Via dei vulcani in Ecuador

L'Ecuador da cima a fondo, passando in mezzo ai vulcani. Cosi potrebbe essere descritta la cosidetta Via dei vulcani, quel tratto di strada panamericana che taglia questo paese sudamericano da nord a sud, snodandosi all'interno di una valle compresa tra due catene montuose parallele, la Cordigliera Occidentale e la Cordigliera Orientale, composte entrambe prevalentemente da vulcani. La strada collega la capitale Quito, a nord, con la città di Cuenca, nel sud del paese. In tutto sono una decina di ore di autobus, che riservano uno spettacolo naturale tra altipiani andini, fertili vallate e vulcani, tra cui molti ancora attivi. Tra questi si può ammirare in tutto il suo splendore il vulcano Cotopaxi, alto 5.897 metri, con la cima ricoperta da ghiacciai perenni e i pendii ricchi di vegetazione tropicale. Quest'ultima zona è anche riserva naturale, molto interessante per l'originalità dell'ecosistema e per la varietà di specie animali e vegetali. Un elemento particolare di questi pendii è costituito dalle pinete "importate" per rimediare a secoli di disboscamento. Passando invece vicino alla cittadina di Riobamba si può notare la cima maestosa del vulcano Chimborazo, un vulcano spento che raggiunge i 6.310 metri di altezza. Il suo nome deriva dalle 2 parole quechua chimbu e razu, che significano neve blu. La sua cima è composta da 5 vette, mentre lungo i suoi fianchi si snodano ben 14 ghiacciai, di cui alcuni molto ripidi. Questo vulcano è meta ambita da molti scalatori sia per il suo fascino e la sua imponenza sia per la ripidità dei suoi ghiacciai. Altri vulcani noti che si incontrano lungo la via dei vulcani sono il Rumiñahui, alto 4.710 metri, il Corazon, il Quilindaña e i 2 Ilizinas. Lungo la Via dei vulcani si incontrano anche numerosi villaggi e diverse cittadine dove si possono trovare ancora, nell'architettura delle case, come nei modi di vivere e di vestirsi, tratti tipici delle tradizioni di quelle regioni dell'Ecuador. Una delle città più pittoresche è Riobamba, chiamata anche la Sultana delle Ande, con le sue strade a scacchiera e le sue abitazioni bianche con i balconi in ferro battuto, ricordo dell'epoca coloniale. Per farsi un'idea dello spettacolo che si può ammirare attraversando la Via dei vulcani, queste sono alcune immagini e questi sono dei video in cui è possibile vedere alcuni dei paesaggi che questa strada offre.

lunedì 1 settembre 2008

Il boiling lake di Dominica, il secondo lago di vapore più grande al mondo

Nascosto sulle pendici di una montagna ricoperta di foresta, giace, nell'isola di Dominica, il lago di vapore, the boiling lake, un bacino di acqua calda in continua ebollizione ricoperto da un intenso strato di vapore. Osservando il lago si possono osservare alte colonne di vapore che si levano al cielo, sia sul lago sia in alcuni punti circostanti il lago. Il boiling lake, che secondo alcuni è il secondo lago di vapore più grande del mondo, è largo una sessantina di metri, è situato nel Morne Trois Pitons National Park, a una decina di km dalla capitale di Dominica Roseau, ha un'origine vulcanica ed è circondato da una sorta di minicratere circolare dai colori che ricordano un po' quelli della lava vulcanica. Il lago è alimentato dalle cascate pluviali che ci cadono dentro dopo aver raccolto le intense pioggie che caratterizzano un po' tutta questa isola dei Caraibi. Si dice che questo lago sia stato scoperto da 2 inglesi nella seconda metà del XIX secolo. Per arrivare al boiling lake bisogna percorrere un sentiero che sale per circa 12 km in mezzo alla foresta e che è dotato anche di punti panoramici e di piccoli luoghi di ristoro per i picnic. Il punto di partenza della camminata è solitamente Laudat, dove è possibile anche prendere una guida. Per avere un'idea più precisa del lago di vapore di Dominica, questi sono alcuni video che lo ritraggono, mentre qui è possibile vedere alcune sue immagini.