lunedì 26 settembre 2011

Wroclaw, o Breslavia, centro culturale della Polonia

Se si vuole fare un tuffo in un pezzo della storia religiosa, culturale, artistica e architettonica, che ha attraversato il continente europeo a partire dal Medioevo, rimanendo sempre all'interno di un'unica città, allora si consiglia di visitare Wroclaw. Questa città polacca infatti, che sorge sul fiume Oder, in una regione agricola sud-occidentale della Polonia, raccoglie al suo interno diversi pezzi di questa storia. Già il suo essere chiamata con due nomi diversi, Wroclaw, nome polacco, e Breslavia, nome tedesco, parla di un pezzo importante, anche se tragico, della storia europea del XX secolo: Wroclaw era tedesca prima della seconda guerra mondiale, e dopo è diventata polacca; i due paesi da cui la tragica avventura della seconda guerra mondiale è partita rimangono ancora oggi dentro il DNA di questa città. Visto il duplice nome che caratterizza questa città polacca, andiamo a vedere ora quali sono gli altri pezzi di storia culturale europea contenuti in città. Innanzitutto quello che è considerato il centro principale della città, la piazza del mercato, in polacco Rynek Starego Miasta, costruita a partire dal XIII secolo, in cui v'è un concentrato di palazzi interessanti da vedere: il municipio, in polazzo Ratusz, edificio in mattoni rossi costruito in epoca medioevale, con una facciata tutta decorata, un orologio che risale al 1580 e, all'interno, il museo storico; Jas, palazzo in stile rinascimentale, Malgosia, palazzo barocco, la porta barocca che collega i due palazzi e la chiesa gotica di Santa Elisabetta. Il bello di Wroclaw è anche che è una città che sorge su una dozzina di isole collegate tra loro da più di cento ponti. In una di queste isole, Ostrow Tumski, sorge il quartiere più antico della città, che si sviluppò intorno a una fortificazione, che prima divenne un castello e poi si trasformò in una cattedrale gotica, la Cattedrale di San Giovanni Battista, Katedra Sw. Jana in polacco. Un'altra attrazione culturale molto importante di Wroclaw è il Panorama della Battaglia di Raclawice, un dipinto circolare enorme, lungo 120 metri e alto 15 metri, situato su un edificio rotondo all'interno del parco Slowackiego, che racconta la battaglia storica di Raclawice in cui i polacchi sconfissero i russi, nel 1794; gli autori che realizzarono, negli anni 1893 e 1894, questa monumentale opera artistica, si chiamavano Wojciech Kossak e Jan Styka. Altro edificio di Wroclaw da non perdersi è quello dell'università, che sorge all'interno di una costruzione considerato l'edificio barocco più grande della prima metà del XVIII secolo; all'interno dell'università molte sale decorate e il museo dell'università, che ospita l'Aula Leopoldina, dove si possono vedere le statue degli Asburgo e numerosi dipinti. Poi si potrebbe continuare con le indicazioni di edifici storici da vedere, con il ponte Piaskowy, il più antico della città, con l'edificio barocco della biblioteca universitaria, da cui si può ammirare un bel panorama sul quartiere antico di Ostrow Tumski, con la Chiesa di S. Egidio, la più antica della città, costruita in stile romanico nella prima metà del XIII secolo, con il Palazzo del Centenario, Hala Stulecia in polacco, con il ponte Grunwaldzki, da cui si può ammirare una vista panoramica sul fiume Oder e su alcune chiese gotiche che sorgono su alcune isole della città; e cosi via, con tanti altri edifici, angoli e chiese che fanno culturalmente molto ricca questa città polacca. Ultima curiosità: il simbolo della città sono gli gnomi, che a partire dai primi anni '80 sono diventati anche un simbolo politico di rivolta contro il regime comunista; oggi pare che nella città siano dislocate decine e decine di statuette di gnomi... a voi scoprirli; un piccolo aiuto, questo sito, sito ufficiale della città di Wroclaw.

lunedì 19 settembre 2011

Il Parco Nazionale di Bukk, con più di 1.000 grotte

Il Parco Nazionale di Bukk è situato nella regione montagnosa che si trova a nord dell'Ungheria, vicino a Miskolc, e che è caratterizzata dalle montagne che portano lo stesso nome del parco, Bukk appunto. Quali sono le particolarità di questo parco? Le sue grotte innanzitutto. In tutto il parco ci sono più di 1.000 grotte, grotte di diverse dimensioni e diverse conformazioni, molte delle quali sono il frutto dei fenomeni carsici che hanno caratterizzato la zona nel corso dei secoli.  Da alcune di queste grotte si può vedere anche sgorgare l'acqua in superficie, un'acqua di ottima qualità. Tra le grotte più interessanti da visitare vi sono la grotta di Istallos-ko, in cui vengono conservate dei reperti ossei di diversi animali, tra cui bufalo, mammut, bisonte, orso delle caverne e cervo delle tundre, la grotta Anna, nota per le sue figure di tufo calcifero, e la grotta Szent Istvan, dove si possono ammirare alcune tra le stalagmiti più originali presenti nel parco. Oltre alle grotte, Il Parco Nazionale di Bukk ospita anche una parte considerevole della vegetazione che si può trovare in tutto il paese magiaro: in esso infatti sembra che vi siano 1.500 delle 2.500 piante vascolari presenti in tutta l'Ungheria, e 200 piante protette, su un totale di 500 piante protetti presenti in tutta l'Ungheria. Anche la fauna è ricca e interessante, con circa 90 specie diverse di uccelli e altre specie di altri animali ancora, per alcuni dei quali il Parco porta avanti degli speciali programmi di protezione, come, per esempio, per il Triturus Alpestris, il Bubo bubo, e il Corracias Garrulus. Per chi volesse visitare il Parco Nazionale di Bukk, su questo sito o sul sito ufficiale del parco, in inglese, è possibile reperire altre informazioni utili.

lunedì 12 settembre 2011

Vega, l'arcipelago norvegese con una storia antica che continua

Vega è un arcipelago di circa 6.500 isole situate nella regione settentrionale della Norvegia, appena sotto il Circolo Polare Artico; Vega è anche il nome di una di queste 6.500 isole, ma la popolazione che vive sull'arcipelago, si concentra soprattutto nei villaggi di Valla, Igerøy, Holand e Gladstad, la capitale amministrativa dell'arcipelago. Quale è la peculiarità di questo gruppo di isole? Che qui, in questo freddo angolo di Norvegia, già 10.000 anni fa s insediarono le prime comunità di esseri umani. Nel corso dei secoli e dei millenni, le persone che hanno abitato queste isole, hanno vissuto principalmente di pesca e di agricoltura; e ancora oggi, gli abitanti dell'arcipelago di Vega, vivono di pesca e agricoltura e conducono uno stile di vita in sintonia con la natura che li circonda. Tra le altre cose, gli abitanti di Vega sono anche noti per l'allevamento di una particolare specie di anatra marina chiamata Eider. Nell'arcipelago di Vega sono presenti diverse riserve naturali, tra cui quella di Eidemsliene, Holandsosen e Lånan, e in tutto l'arcipelago sono state contate più di 200 specie diverse di uccelli e 10 diverse specie di orchidee.

lunedì 5 settembre 2011

Il ponte naturale di Imi-n-Ifri

Non lontano dalla città marocchina di Demnate, nella regione montuosa dell'Alto Atlante del paese nordafricano, sorge un luogo naturale forse non molto conosciuto ma meritevole senz'altro di una visita. E' il ponte naturale di Imi-n-Ifri, ossia una formazione rocciosa a forma di ponte che però ha assunto questa conformazione non grazie a lavori umani, ma a causa del lavoro del fiume Mahseur e del collassamento del sistema di grotte sotterranee esistenti un tempo in questo punto. Per arrivarci bisogna spostarsi a 6 km a est di Demnate. La cosa particolare di questo ponte è che non solo scorre acqua sotto di esso, ma anche sopra di esso, con delle piccole cascatelle che scendono di sotto. Scendendo sotto il ponte si può vedere un piccolo corso d'acqua che scorre in mezzo alle alte pareti di roccia e diverse stalattiti formatosi nel tempo grazie all'azione dell'acqua; lì vicino, anche due diverse fonti d'acqua, di cui una sembra che offra un'acqua ricca di sali minerali naturali e l'altra acqua dolce. Il nome di questo ponte sembra abbia un'origine berbera e sembra che significhi Bocca della grotta. Per avere un'idea dello spettacolo naturale offerto dal ponte naturale di Imi-n-Ifri, si consiglia di vedere qualcuno di questi video.