martedì 25 marzo 2008

Il Lucayan National Park, 10 km di cunicoli sottomarini

Entrare nel Lucayan National Park significa accingersi a vedere una delle reti di tunnel, cave e caverne sottomarine più lunghe al mondo. Sotto le acque di questo parco, nato nel 1970, questa rete nascosta scorre infatti per circa 10 km. E' possibile visitare parte di queste cave camminando lungo un percorso che porta a scoprire le bellezze vegetali e animali di questa misteriosa zona sottomarina. Il protagonista di questo mondo nascosto è sicuramente il remipedia, una specie particolare di crostaceo che cresce nelle cave delle profondità marine, in modo particolare in queste zone caraibiche e in Australia. Nonostante questa specie sia stata scoperta solo alla fine degli anni '70, essa sembra esistere da milioni di anni. Oltre al remipedia, le cave del Lucayan National Park offrono poi agli occhi dei visitatori esemplari di quasi tutte le specie vegetali presenti nelle isole delle Bahamas. Dalle orchidee alle piccole pianticelle bonsai, le diverse specie di piante marine circondano il turista che si inoltra nel parco. Inoltre è possibile ammirare la ricca varietà di pesci e di uccelli che animano questa zona. Altra attrazione del posto è la Gold Rock Creek Beach, una spiaggia che ospita dune di sabbia molto alte e dalle forme spettacolari. Gold Rock Creek è anche il nome della baia che ospita un ricco ecosistema di mangrovie. Ultima curiosità il nome del parco, che pare derivi dagli abitanti originari delle Bahamas, i Lucayans, di cui sono stati trovati, proprio qui, nel 1986, dei resti di scheletri in una delle cave sottomarine. Inoltre furono scoperti anche dei manufatti che sembrano risalire all'epoca pre-colombiana. Per chi è interessato a conoscere meglio il Lucayan National Park queste sono alcune immagini, mentre questo è un sito sulle bahamas dove raccogliere informazioni utili.

sabato 22 marzo 2008

A Sheki un centro per i bambini abbandonati e poveri dell'Azerbaijan

Sheki è una cittadina dell'Azerbaijan che si trova a circa 330 km a nord ovest della capitale Baku. Qui sorge un centro che raccoglie 150 bambini abbandonati, a causa dell'esodo migratorio che ha spinto e spinge tutt'ora tanti uomini e donne in Russia alla ricerca di un lavoro e di una vita più dignitosa. I bambini in queste condizioni in Azerbaigian sono migliaia e la maggior parte di essi ha ancora almeno uno dei 2 genitori, che però non riesce a mantenerli. Povertà, crisi famigliare e disablità sono i motivi più ricorrenti dell'abbandono di questi bambini. Pochi giocattoli, locali molto umili, atmosfera triste: questi i tratti del centro di Sheki che, nonostante le mille difficoltà per andare avanti, cerca di aiutare i bambini azeri a crescere in modo dignitoso. Lo fa anche svolgendo un importante lavoro educativo nei confronti dei genitori o dei parenti che sono rimasti, per cercare di promuovere un ritorno o quantomeno un rapporto proficuo dei bambini con la famiglia d'origine, consapevole che nessun centro e nessuna istituzione di supporto può sostituire la famiglia. E durante l'estate avviene per alcuni bambini ospiti del centro che i loro genitori o alcuni loro parenti stretti li riprendano per passare insieme a loro il periodo di vacanze, periodo prezioso per far continuare a sperare questi bambini in un futuro in cui la parola famiglia abbia un senso.

Il lago Sevan, gioiello naturale dell'Armenia

Il lago Sevan è situato a circa 60 km a nord est dalla capitale armena Yerevan, al centro della regione di Gegharkunik. Il suo nome deriva dal termine Siuna, che significa "terra di laghi", è grande circa 1.200 km quadrati e la sua massima profondità è di 82 metri. Il lago Sevan riempie una maestosa depressione situata a circa 1.900 metri sopra il livello del mare. La sua acqua pura e fresca mostra tutta la gamma di colori che l'acqua può assumere, costituendo un vero e proprio gioiello in altura. Purtroppo durante gli anni del dopoguerra del secolo scorso i piani per l'industria idroelettrica e per l'irrigazione, sottrassero acqua a questo lago, ma in questi anni si sta cercando di salvaguardarlo con maggior cura. Alla bellezza naturalistica del lago, si aggiunge in questa regione armena la maestosità del Monastero di Sevan, che fu costruito nel 874. Inoltre il bacino del lago offre anche antiche pitture rupestri, sculture e rovine di vecchie fortezze che risalgono addirittura all'età del bronzo. Gli scavi nella regione effettuati nel secolo scorso hanno poi portato alla luce resti di costruzioni sepolcrali e di antichi insediamenti, pezzi in ceramica e in legno, e vasi neri con fini decorazioni, tutti pezzi che vanno dal terzo millennio a.C. all'11° secolo d.C. Il lago Sevan è frequentato dai locali anche per la pesca, soprattutto per una specie di trota particolare, chiamata Ishkhan, che costituisce la preda più ambita del lago. Lungo il lago sorgono diverse spiagge balneabili, resorts, hotels e ristoranti. Una strada ferroviaria che corre lungo le spiagge del lago dà la possibilità ai turisti di viaggiare lungo le sue rive e di ammirarne le bellezze. Per chi volesse conoscere meglio questa zona dell'Armenia, queste sono alcune immagini del lago, mentre questi sono alcuni video fatti sul posto.

Il Rub‘ al-Khālī, il deserto di sabbia più grande al mondo

E' il deserto di sabbia più grande al mondo. Il suo nome significa "il quarto vuoto" e occupa la parte meridionale dell'Arabia Saudita, anche se per alcune centinaia di km si estende anche in Oman. Il Rub‘ al-Khālī copre un'area di circa 650.000 km quadrati, essendo largo circa 1000 km e lungo circa 800 km nella parte occidentale e circa 300 km nella parte orientale. Con le sue dune di sabbia alte oltre 300 metri e le sue temperature proibitive, che vanno dai gradi sottozero della notte agli oltre 60 gradi celsius sopra lo zero di mezzogiorno, il deserto Rub‘ al-Khālī è uno dei luoghi più inospitali del pianeta. E' in larga prte disabitato, anche se tribù di beduini nomadi come gli al murrah vivono ai suoi margini. A parte gli esseri umani, le altre forme di vita presenti in questo grande deserto sono costituite dai roditori, dalle arachidi e da piante appartenenti alla famiglia delle succulente. Sono presenti in grande quantità invece i giacimenti petroliferi, che costituiscono la risorsa economicamente più importante della regione. Appoggiandosi ad alcune compagnie che vi organizzano escursioni, è possibile visitare il Rub‘ al-Khālī e ammirare le sue imponenti dune di sabbia, che variano il proprio colore a seconda delle ore del giorno, andando dal giallo al rosso, con creste sabbiose di tipo stellare che si sviluppano in assoluta libertà a causa delle variazioni nella direzione del vento. Esse diventano tanto più grandi e maestose quanto più ci si inoltra nell'interno del deserto. Per chi volesse visitare questa deserto, su questo sito si può trovare un aiuto sia in termini di informazioni che di organizzazione, mentre queste sono alcune immagini del deserto.

giovedì 20 marzo 2008

Il Nelson's Dockyard, l'english harbour che riporta indietro al XVIII secolo

Sull'isola di Antigua il capitano inglese Horatio Nelson passò i primi anni della sua carriera. In suo onore fu costruito nel 1743 una base navale, quella che oggi si chiama Nelson's Dockyard. Utilizzata nel XVIII secolo dalla marina inglese per le proprie operazioni militari, la base fu poi abbandonata e chiusa nel 1889. Negli anni cinquanta fu iniziata un'opera di restauro, che è stata ultimata di recente, e oggi, questo porto militare è l'unica base navale dell'epoca georgiana esistente al mondo. Per i turisti è l'English Harbour, e funziona oggi come porto per gli yacht e come cantiere navale. In esso è stato ricostruito tutto il vecchio arsenale, ed è stato mantenuto il vecchio contesto storico, inserendo in quest'ultimo moderne attività economiche. Per esempio all'interno di un vecchio magazzino di Nelson, è stata costruita una moderna veleria. E' diventata cosi una delle località turistiche più note di Antigua e Barbuda, che ha vicino a sé alcuni dei più importanti siti storici di questa località caraibica. Uno di questi è la Clarence House, costruita per il futuro re William IV negli anni in cui egli prestava servizio alle pattuglie di Nelson. Sopra il porto, da una località chiamata Shirley Heights, raggiungibile attraverso un bel sentiero immerso nel verde, è possibile osservare le vecchie fortezze che servivano come punto di osservazione per controllare il porto, ed è possibile ammirare il porto dall'alto. Vicino a Shirley Heights si trova il Dow's Hill Interpretation Center, dove i turisti possono tuffarsi nella storia di Antigua attraverso una massiccia documentazione multimediale. Un altro posto interessante da visitare è Fort Berkeley, che domina l'ingresso a ovest della baia, raggiungibile attraverso un sentiero che si inoltra tra cactus, yucca e piante grasse. Su questo sito è possibile vedere delle foto del Nelson's Dockyard e raccogliere altre informazioni.

lunedì 3 marzo 2008

Le cascate Calandula, le seconde più grandi d'Africa

Uno degli spettacoli naturali più belli che offre l'Angola è costituito dalle cascate Calandula, che in passato si chiamavano Duque de Bragança. Queste cascate sono situate nella provincia di Malanje, posta nella parte settentrionale dell'Angola, a circa 300 km a est della capitale Luanda. Le cascate interrompono per un tratto il corso del fiume Lucala, un affluente di destra del fiume Cuanza, e non è un caso che le cascate Calandula siano poste proprio su questo fiume. Infatti esso è tra i fiumi che partono dall'altopiano di Bié e si dirigono poi verso ovest, e tutti questi fiumi sono caratterizzati da un corso rapido, non continuo e spesso interrotto da salti. Situate lontano da altre attrazioni turistiche, queste cascate sembrano creare un luogo magico che si apre improvvisamente all'interno di una delle sterminate foreste pluviali che ricoprono il territorio di questo paese. Queste cascate sono alte circa 150 metri e sono le seconde in Africa per grandezza. Come si può vedere da questa foto è molto suggestivo lo spettacolo che si presenta a chi si affaccia sui potenti getti d'acqua delle cascate Calandula, spettacolo che diventa ancora più affascinante verso la fine della stagione delle piogge, nei mesi di marzo e aprile.

Caldea, il centro termale dell'Andorra

In Europa è uno dei più importanti centri termali situati tra le montagne. Si chiama Caldea e si trova a pochi km da Andorra la Vella, la capitale dell'Andorra. Già il nome ne sottolinea la peculiarità. Esso risale all'epoca romana: calidae era infatti un nome latino che indicava un posto da cui sgorgava acqua calda, e in catalano caldea significa caldo e tonico. Nel centro si trovano piscine, vasche d'acqua calda e saune, tutte alimentate dall'acqua termale presa dalla fonte di Escaldes-Engordany, dove l'acqua esce a una temperatura di 68°. Cuore del complesso è la laguna di 600 metri quadrati, dove si possono fare dei bagni nell'acqua termale, tenuta costantemente a una temperatura di 32°. Il centro termale di Caldea, caratterizzato da un'architettura futurista, offre diverse forme di interazione terapeutica con l'acqua, prese da varie tradizioni culturali, da quella romana a quella giapponese. Nel centro è possibile usufruire di diversi servizi: oltre ai bagni termali tradizionali, è possibile fare vari trattamenti di bellezza, sedute di vinoterapia o di cioccolatoterapia, e numerosi sono i tipi di massaggi cui ci si può sottoporre. Vista la sua posizione vicino alle piste da sci, Caldea è meta di tanti sciatori che, dopo la loro giornata di sci, vanno al centro termale per riposarsi, oppure che alternano giornate di sci a giornate di assoluto relax passate in questa località dell'Andorra. Per chi volesse raccogliere ulteriori informazioni su Caldea, questo è il sito del centro termale.

Chréa, stazione sciistica dell'Algeria

Ma come è sciare in un paese del Nord Africa? Forse è come in una qualsiasi altra stazione sciistica del mondo. Almeno questo è quanto viene da concludere se si pensa a Chréa, una località sciistica algerina che si trova a poco più di 5o km a sud di Algeri. I suoi pendii innevati, le sue foreste che ricoprono le montagne, le sue case con i tetti a punta e con qualche graticcio, le sue piazze con le gradinate per una chiacchierata après-ski. Tutto questo rende Chréa simile a molte altre stazioni sciistiche del mondo. Ma in realtà, oltre al fatto di trovarsi in Algeria, ci sono altri elementi che rendono affascinante una permanenza in questa località. Innanzitutto la sua storia. Chréa fu nel secolo scorso un importante centro della lotta per l'indipendenza dell'Algeria. Sede di una base del Fronte di Liberazione Nazionale Algerino, questo posto era molto amato da Frantz Fanon, scrittore e psichiatra francese che partecipò alla lotta per la liberazione dell'Algeria dal dominio dei francesi. Dopo qualche decennio di prosperità, questa località ha conosciuto tra il 1992 e il 2002 dieci anni di distruzione. Divenne sede delle forze armate del Gruppo armato islamico, e una gran parte dei suoi 3000 abitanti fuggì altrove. Il clima di gioia e di relax estivo che caratterizzava questa località si trasformò in un'atmosfera surreale di silenzio, paura e desolazione. Ma oggi, gli sciatori sono tornati a divertirsi sulle piste di Chréa e i bambini a tirarsi palle di neve sui pendii delle montagne. L'altro elemento di fascino di questa località è la sua ubicazione: essa si trova infatti all'interno del Parco nazionale di Chréa, un parco che, nonostante le sue piccole dimensioni (è infatti uno dei più piccoli in tutta l'Algeria), attira folle di turisti a causa dei suoi paesaggi ricoperti di foreste e delle sue incontaminate e silenziose bellezze naturali. Per chi volesse farsi un'idea di che cosa sia Chréa, queste sono alcune foto che la riguardano, mentre la seconda parte di questo video immortala alcuni scorci del paese.