sabato 29 dicembre 2007

Chavin de Huantar, importante centro religioso della cultura chavin

Chavin de Huantar è un sito archeologico situato nella zona andina settentrionale del Perù, nella provincia di Huari, nell'alta valle del fiume Marañon, a circa 460 km a nordest dalla capitale Lima. Il sito si trova ad un altitudine superiore ai 3.000 metri, in una vallata stretta, posta in una zona di cerniera tra le diverse aree geografiche del Perù: la parte meridionale, le Ande settentrionali, la costa e la foresta orientale. E fu proprio questa posizione, strategica e facilmente difendibile da attacchi esterni, a rendere questo sito un importante centro commerciale e culturale. Esso fu considerato per molto tempo anche un importante centro cerimoniale, meta di pellegrinaggi, che contribuivano a unire comunità diverse e tra loro separate. Questa realtà di centro religioso è testimoniata oggi dai resti di un grande complesso templare, costituito da diverse strutture a gradinate in pietra che nascondono al loro interno numerosi vani e passaggi sotterranei. Il centro è testimonianza di una cultura, la cultura Chavin, fiorita tra il IX e il II secolo a.C., e caratterizzata dal ricorrere del motivo del giaguaro, che, oltre che sulle costruzioni, era raffigurato anche sui vasi di ceramica, sui tessuti e sugli oggetti metallici. Il primo agglomerato in questa zona fu costruito probabilmente intorno al 327 a.C, ed era caratterizzato da muri di pietra e strutture piramidali. A collegare gli edifici una rete di piccoli camminamenti e tunnel di pietra abbastanza bui, illuminati solo dalla luce naturale che filtrava da fuori grazie a fori lasciati in posizioni strategiche proprio per permettere l'illuminazione del tunnel. Attorno a una grande piazza quadrangolare e a un'altra di forma circolare si può ammirare l'unica rimasta delle testes claves, testimonianza inquietante dell'iconografia che accompagnava i cruenti riti sacrificali. Un pezzo molto importante delle rovine che qui si trovano è il Lanzón Monolítico, un blocco di pietra alto 5 metri, raffigurante l'immagine di una divinità che è insieme serpente, giaguaro, e uccello rapace. Le decorazioni a bassorilievo, dominate spesso da figure di serpenti e giaguari antropomorfizzati, caratterizza gran parte delle rovine ospitate nel sito. Per farsi un'idea del sito archeologico di Chavin de Huantar, queste sono alcune immagini utili.

sabato 22 dicembre 2007

Il fascino del Mount Popa in Myanmar

A circa 50 km da Bagan nella regione centrale del Myanmar sorge Mount Popa, un blocco di roccia derivante da un vecchio cono vulcanico, che si erge sopra i pianori aridi e desertici che caratterizzano questa regione, e svetta sopra i 700 metri d'altezza. Sopra il massiccio roccioso è stato costruito un complesso di pagode, monasteri e templi costruiti con materiale tipico della regione e con oro, dove ancora oggi vivono gruppi di monaci. Tutto il materiale che è servito alla costruzione di questi edifici è stato portato in cima alla montagna a mano, cosa che impressiona quando si vede la ripidità e l'asperità del cammino verso la vetta, costituito da una scala scoscesa che sale lungo il versante destro della montagna. Secondo la leggenda questo luogo è la dimora dei più potenti spiriti nativi della regione, ma il complesso di templi qui costruito è buddista, e testimonia l'integrazione avvenuta tra l'antico e originario animismo della popolazione locale con la filosofia buddista. Dalla cima del Mount Popa, respirando un'aria fresca e pulita, è possibile vedere un paesaggio affascinante costituito dai pianori che circorndano Bagan e da un grande canyon largo circa 600 metri e profondo circa 900. Ogni anno questo monte è visitato da moltitudini di pellegrini, specialmente in occasione delle feste di luna piena di Nayon e di Nadaw, rispettivamente a maggio/giugno e novembre/dicembre, conosciute anche come Taunghyon. Secondo una tradizione superstiziosa della popolazione locale, non si deve salire sul Mount Popa vestiti di rosso o nero e non si dovrebbe portare carne, specialmente di maiale, dal momento che quei colori e la carne offendono gli spiriti locali. Per farsi un idea di questo luogo affascinante, qui è possibile vedere alcune immagini.

sabato 8 dicembre 2007

Apamea, importante sito archeologico della Siria

Apamea è una città siriana, adagiata sulla cima di una collina al lato della pianura del fiume Oronte. Si tratta di uno dei siti archeologici più importanti del Medio Oriente, che mostra le tracce di una storia lunga e importante che parte fin dalla preistoria. La prima acropoli in questo luogo fu fatta costruire intorno al 300 a.C. da Seleuco I Nicatore, che le diede il nome della moglie persiana. Questa prima acropoli aveva una forma ortogonale, struttura che venne successivamente mantenuta sia dai Romani che dai Bizantini. Nel IV secolo d.C. Apamea fu la sede della scuola neoplatonica diretta da Giamblico. Dopo essere stata contesa a lungo da cristiani e arabi durante il tempo delle crociate, purtroppo due terremoti avvenuti nel XII secolo d.C. distrussero buona parte delle strutture della città. Le parti che resistettero di più furono quelle dell'antica città romana. Un muro lungo 6 km circondava la città e 7 porte permettevano l'accesso ad essa. Tra esse la cosidetta Porta di Hama, a sud, e la Porta di Antiochia, da cui parte il cardo maximus, una strada costruita sotto Traiano, lunga 2 km e larga circa 37 metri. Sui lastroni centrali della strada si possono ancora scorgere le tracce delle ruote dei carri romani, mentre le colonne che la costeggiano cambiano aspetto procedendo verso sud, passando da colonne con capitelli corinzi e fusti lisci, a colonne scalanate di costruzione più tarda. A circa 400 metri dalla Porta di Antiochia, sulla sinistra, si possono scorgere i bagni di Giuliano Agrippa, di cui si possono riconoscere le condotte dell'acqua e le sale calda e tiepida. Al centro del cardo maximus è posta una colonna alta 14 metri che faceva parte del tetrapylon, posto all'incrocio con un decumano, e che divideva il cardo in 4 parti di uguale lunghezza. Altri punti interessanti del sito archeologico sono i resti dell'agorà, del tempietto della dea della fortuna, Tyche, protettrice della città, e del tempio di Zeus Belos, e il teatro romano costruito sul pendio naturale della collina. Questo teatro ha un diametro di 139 metri ed è il più grande della Siria, ma, essendo stato utilizzato come cava di pietra dai crociati per costruire una fortezza, ne è rimasto ben poco. Per farsi un'idea della bellezza di Apamea, qui è possibile vedere alcune immagini del sito archeologico.

sabato 1 dicembre 2007

Civita di Bagnoregio, una perla su una collina di argilla

Come una perla sostenuta dal suo cono nella teca di un museo, Civita di Bagnoregio è un bellissimo borgo che giace su un cono argilloso nella provincia di Viterbo. La zona dove sorge il borgo era già abitata addirittura nell'età della pietra, anche perché circondata da due corsi d'acqua, i torrenti Chiaro e Torbido, e da una ricca vegetazione. Gli Etruschi vi costruirono un sistema viario molto vasto per facilitare l'importante attività commerciale che qui svolgevano. Civita di Bagnoregio fu dominata poi da Romani, Visigoti, Bizantini e Longobardi, e proprio qui nacque San Bonaventura, il grande filosofo che era Ministro dell'Ordine dei Francescani. Nel 1695 un violento terremoto provocò smottamenti e crolli che fecero sprofondare anche l'ultima via di accesso al borgo, che oggi è sostituita da un lungo ponte pedonale in cemento armato che collega Civita a Bagnoregio. La progressiva erosione dei fianchi della collina ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi, piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati dall'azione dilavante della pioggia sull'argilla. Il borgo è oggi abitato da poche famiglie, ma, in ogni stagione dell'anno, è meta di numerosi turisti che amano passeggiare nell'antico borgo e ammirare i suoi antichi splendori. Tra questi, la Chiesa di San Donato, una chiesa dell'VIII secolo che si affaccia sulla piazza principale e che contiene al suo interno un pregevole crocifisso ligneo di scuola fiamminga, il Palazzo Vescovile, un mulino del 1500, la casa natale di San Bonaventura e la Porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei Monaldeschi. Di particolare interesse è anche la cosidetta Grotta di San Bonaventura, che pare fosse in origine una tomba a camera etrusca trasformata nel medioevo in cappella, e dove si dice che San Francesco guarì con un miracolo il piccolo Giovanni Fidanza (San Bonaventura). Chi visita Civita di Bagnoregio durante il periodo natalizio, può ammirare anche il presepe vivente, nel quale le vicende di Maria e Giuseppe sono ambientate nelle vie medievali, con effetti scenografici spettacolari. Altri giorni in cui si consiglia la visita del borgo sono la prima domenica di giugno e la seconda domenica di settembre, giorni in cui viene allestito nella piazza principale il secolare Palio della Tonna ("tonda" nel dialetto locale), in cui le contrade di Civita si sfidano a dorso di un asino, sostenuti dal tifo degli abitanti. Per saperne di più su Civita di Bagnoregio, si può andare su questo sito, mentre qui è possibile vedere alcune immagini del borgo.