giovedì 26 aprile 2007

I Dai, il popolo che venera il pavone

Se si è in visita nella provincia di Yunnan, è consigliabile fare rotta verso sud, perché nella regione meridionale di questa provincia ci si può imbattere in un popolo che costituisce una significativa minoranza etnica in Cina: i Dai, che sono poco più di 1 milione in tutta la Cina. Essi vivono in stretto contatto con altri gruppi etnici minoritari come gli Zhuang, i Dong, gli Shui, i Bouyei and i Li, che si dice siano discendenti del popolo Dai.
Questa comunità ha un suo proprio linguaggio e possiede una forma di scrittura molto originale che deriva dal Devanagari, una scrittura sillabica che ancora oggi si usa in alcune regioni dell'India. La religione dei Dai è una forma di buddismo che fu adottato tra il VI° e l'VIII° secolo e che ha fortemente influenzato tutti gli aspetti della loro vita, dalla politica all'arte. Per capire l'importanza della religione per questo popolo basti pensare che quasi tutti i ragazzi, quando raggiungono gli 8 anni di età, vengono mandati nei templi a imparare le Sutre, cioé i testi inseriti nel canone della scuola buddista, per un periodo compreso tra 1 e 5 anni.
La regione abitata dai Dai è molto fertile e ricca di risorse naturali. Oltre a the, riso e canna da zucchero, molto elevata è la produzione di caucciù. L'animale della regione dei Dai è il pavone, che essi venerano come simbolo di buona fortuna, felicità e bellezza.
I Dai sono noti tra le altre comunità etniche cinesi per la loro abilità nel canto e nel ballo, e anche la loro musica tradizionale ha un grande successo in Cina. E una delle danze più importanti e tipiche di questo popolo è la danza del pavone, dove essi si vestono da pavoni e imitano i suoi comportamenti con movimenti leggiadri e eleganti.
Se ci si ferma ospiti dai Dai, non si può fare a meno di assaggiare il riso di bamboo, uno dei loro piatti preferiti, con il riso che viene cucinato dentro a una canna di bambù.

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