venerdì 1 febbraio 2008

L'oasi di Siwa, sviluppo sostenibile tra i berberi dell'est

Siwa è l'oasi più occidentale dell'Egitto, situata a circa 800 km da Il Cairo e a circa 50 km dal confine con la Libia. La particolarità di quest'oasi consiste nel suo essere diventata "cavia" di un'interessante esperimento di sviluppo sostenibile, frutto della cooperazione italo-egiziana e portato avanti dall'associazione Scdec (Siwa community development environmental conservation). Questa associazione, costituita da un consiglio di 13 membri delle altrettanti tribù e villaggi berberi, gestisce un progetto con cui si propone di promuovere lo sviluppo agricolo dell'oasi tramite il microcredito, l'educazione e l'alfabetizzazione informatica dei residenti, la commercializzazione dei proodotti dell'oasi, come datteri e olive, e la promozione della donna nell'economia locale. Molta importanza per l'oasi di Siwa ha anche il turismo, che però viene gestita nell'ottica di coniugare incoming turistico con salvaguardia dell'ambiente. E cosi la Scdec organizza per i turisti interessati visite a realtà dell'area che sarebbero altrimenti difficili da raggiungere e da conoscere, sia per motivi logistici che per motivi sociali. Tra questi, i resti dell'antico borgo di Shali con le sue abitazioni tipiche dall'architettura molto suggestiva, costruita quasi tutta con materiali salini presi sul luogo, il piccolo museo della cultura siwana, i siti archeologici più interessanti dell'oasi, le grandi vasche di acque sorgive che hanno proprietà curative, e le sabbie particolarmente indicate per sabbiature curative. L'oasi di Siwa è anche il punto più orientale dove si parla ancora la lingua berbera, un tempo diffusa fino al delta del Nilo e oggi invece conservata soprattutto nella parte occidentale dell'africa settentrionale. Una caratteristica della società tradizionale di Siwa era il divieto di sposarsi prima di una certa età imposto alla casta dei nullatenenti, chiamati zaggala, impiegati come braccianti nei lavori dei campi. Essi erano costtretti a vivere segregati all'esterno dell'abitato, dove conducevano una vita promiscua. Oggi queste pratiche sono quasi del tutto scomparse, e gli zaggala sono noti soprattutto per le loro canzoni, che allietano ogni festa e vengono anche registrate su cassetta e diffuse nell'oasi e altrove. Per incominciare a farsi un'idea sull'oasi di Siwa, è possibile vedere queste immagini.

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