giovedì 1 maggio 2008

Ouidah, il porto di partenza degli schiavi

La città di Ouidah si trova sulla costa occidentale del Benin. La sua triste fama è legata al fatto che essa ha costituito per secoli la base da cui partivano gli schiavi presi in tutta l'Africa occidentale. Proprio qui infatti, in riva al mare, milioni di schiavi di colore vennero portati e imbarcati sulle navi che li portavano in America latina, soprattutto in Brasile. Agli inizi del XVIII secolo si calcola che da Ouidah partivano ogni anno dai 15 mila ai 20 mila schiavi. Nel cosidetto "quartiere brasiliano" si trova la casa del Vicerè, nella piazza Cha-cha, dove gli schiavi venivano acquistati e marchiati con il ferro ardente. Qui, in catene, facevano diverse volte il giro attorno all’albero dell’oblio. Era questo un modo per far dimenticare loro la strada che avevano fatto e per estraniarli maggiormente dalla cruda realtà. Venivano condotti poi alla Casa Oscura nel quartiere Zomai, dove venivano tenuti per intere settimane, al buio e in catene, in attesa dell’arrivo delle navi negriere. Quando arrivava il loro momento, essi venivano condotti lungo una strada di 4 km, la cosidetta Route des esclaves, la Strada degli schiavi appunto, che li portava fino al mare, nel punto in cui dovevano imbarcarsi. Qui oggi sorge un mausoleo, chiamato la Porta del non ritorno, realizzato per non dimenticare la tratta degli schiavi. Tratta che continuò fino alla metà del XIX secolo. Per rendersi conto di quello che è Ouidah, queste sono alcune immagini dei luoghi da non dimenticare, tra cui anche quello in cui sorge la Porta del non ritorno.

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